E’ scattato alle 5.30 di oggi lo sciopero di 24 ore dei giornalisti Rai indetto dall’Usigrai.
Nel rispetto delle regole fissate dalla Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, non aderiscono i giornalisti del Giornale Radio Rai già impegnati in uno sciopero lo scorso sabato 27 aprile contro l'ipotesi di accorpamento del Gr Sport con Rai Sport e di Gr Parlamento con Rai Parlamento che svuoterebbe Radio1 della sua vocazione all news senza alcun vantaggio per la testata e l'azienda. Questi i motivi della protesta: “Il controllo asfissiante sul lavoro giornalistico, con il tentativo di ridurre la Rai a megafono del governo, l’assenza dal piano industriale di un progetto per l’informazione della Rai, le carenze di organico in tutte le redazioni, il no dell’azienda ad una selezione pubblica per giornalisti, la mancata sostituzione delle maternità, la disdetta dell’accordo sul premio di risultato, senza una reale disponibilità alla trattativa, la mancata stabilizzazione dei colleghi precari”.
Ieri è giunta una dura replica di Usigrainsieme,,la componente di maggioranza di Usigrai, alla presa di posizione dei vertici Rai che, a suo dire, “si spingono fino ad accusare i giornalisti Rai, rappresentati dall’Usigrai, unico sindacato ammesso ai tavoli delle trattative, di spacciare fake news. Tre autogol in uno: per salvare se stessi diffamano dei dipendenti Rai professionisti dell'informazione, sostengono di aver assunto e contrattualizzato costruttori di fake news e arrecano un danno incalcolabile alla credibilità della Rai e alla qualità della sua informazione. Grottesca, inoltre, l’accusa di ‘impoverire l’offerta informativa’ da parte di un vertice Rai che non ha speso una parola per difendere le inchieste di Report dagli attacchi scomposti della politica; che non intende riempire nelle redazioni i vuoti di organico che - quelli sì - contribuiscono in modo sistematico e definitivo ad ‘impoverire l’offerta informativa e non intendono stabilizzare i precari dei programmi di rete’; un vertice aziendale che continua a mentire sulla vicenda Scurati, negando una censura che perfino l’ad aveva ammesso annunciando ‘provvedimenti’ che non si sono mai visti”. “È sempre buona norma da parte di chi lavora rispettare il diritto di sciopero di chi intenda esercitarlo” sottolinea Riccardo Saccone, segretario Slc. “Al di là delle polemiche sulla censura e sugli eccessi di controllo sull’informazione - afferma Saccone - vorremmo capire quale destino attende la maggiore azienda culturale del Paese. Un Rai che arranca sul processo di digitalizzazione, che perde terreno sul piano della credibilità e dell’offerta informativa e culturale, che è la sua mission fondamentale”. Da ultimo, il tema del canone: “Non è possibile che ad oggi non si conosca l’entità del canone per il prossimo anno (2025) e che nulla si sappia ancora riguardo al sistema di raccolta, dal momento che dovrebbe ‘uscire’ dalle bollette”. (6 mag - red)
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