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Giustizia, Matone (Lega): Rems pericolosi, ripensare disturbi personalita’ come discrimine

Roma, 7 mag - “Indubbiamente esiste un tema psichiatria e giustizia, cominciando dalle Rems”, le residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, “che non hanno una piena copertura dei posti non perché non ci sono detenuti da mandare, ma perché non ci sono psichiatri che ci vogliono lavorare. Il tema delle Rems è un tema delicatissimo, che riguarda la sicurezza anche degli stessi operatori all'interno, ed è un tema che non è stato risolto”. Così Simonetta Matone, deputata della Lega, intervenuta al convegno su Psichiatria e Giustizia a Roma. “Altro problema è quello della estensione della incapacità di intendere e di volere ai disturbi di personalità, cosa che ha fatto sì che tutta una serie di persone fossero lasciate libere di agire – spiega Matone -: mi riferisco ad episodi di cronaca gravissimi che hanno visto come protagonisti i soggetti che non si sottoponevano volontariamente alle cure, e che hanno commesso reati estremi quali l'omicidio. E io penso sia il tema dei temi il rapporto tra psichiatria e giustizia, e noi come rappresentanti della politica dobbiamo fare di tutto per sanare questo”. Matone sottolinea che “nessuno vuole andare a lavorare nelle Rems perché è un lavoro durissimo, dove per gli operatori c'è un reale problema sicurezza che secondo me non è stato affrontato, perché per ogni Rems occorrerebbero delle forze dell'ordine fuori 24 ore su 24 per controllare e intervenire immediatamente. Mi riferisco soprattutto anche alla sicurezza delle psichiatre donna che sono veramente a rischio all'interno di queste strutture”. La soluzione, secondo la deputata ed ex magistrato, passa anche dal “rivedere anche la sentenza della Cassazione che attribuisce ai disturbi di personalità questa capacità di essere un discrimine. Secondo me questo va ripensato in termini di sicurezza sociale”.

(PO / Sis)

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