di Paolo Pagliaro
I titoli di prima pagina non sempre coincidono con l’agenda dei cittadini. Oggi, a meno di 20 giorni dalle Europee, tra le priorità degli italiani al primo posto c’è l’efficienza della sanità, indicata dal 75%. Demopolis – che ha condotto il sondaggio - ci ricorda che cinque anni fa la sanità era citata da poco più del 50%. Al secondo posto, c’è l’urgenza di frenare l’inflazione mentre 6 su 10 vorrebbero una riduzione della pressione fiscale. Accanto alle politiche per l’occupazione e la sicurezza urbana, nella scala delle urgenze rientra, dopo il “caso Liguria”, anche l’esigenza di mettere un argine alla corruzione. Nella percezione dell’opinione pubblica la contiguità tra affari e politica non è diminuita, tutt’altro: più di un terzo pensa che negli ultimi 20 anni sia aumentata, per il 48% - quasi 1 italiano su 2 – è rimasta di fatto come prima.
Appena il 12% crede che una significativa riduzione della corruzione sia un obiettivo raggiungibile; il 37% è scettico. Per il 51% degli italiani ridurre la corruzione è una missione impossibile.
L’Istituto diretto da Pietro Vento ha chiesto un’opinione sulla cosiddetta “legge bavaglio”, cioè l’emendamento del deputato Costa che - a tutela della presunzione di innocenza – vieta di pubblicare le ordinanze di custodia cautelare: un’ampia maggioranza, il 58%, pensa che si tratterebbe di un grave limite alla libertà di informazione dei cittadini.
Il tema si lega strettamente alla questione intercettazioni. Due terzi degli italiani ritengono che non sarebbe opportuno porre dei limiti all’uso delle intercettazioni nelle indagini giudiziarie. Solo il 24% sarebbe invece favorevole a una loro limitazione.
La maggioranza assoluta degli italiani è inoltre convinta che la diffusione delle intercettazioni debba restare consentita, ma con il divieto di pubblicare conversazioni che riguardano persone o fatti non legati al reato. Una aspettativa equilibrata che viene liquidata, chissà perché, come giustizialista.