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LEO, SUL REDDITOMETRO
GARANZIE A CONTRIBUENTI

LEO, SUL REDDITOMETRO <br> GARANZIE A CONTRIBUENTI

- Il redditometro torna ad agitare il centrodestra, ma il viceministro all’Economia Maurizio Leo assicura che nel decreto ministeriale del 7 maggio 2024 fa lui firmato, “non c’è alcun ritorno al vecchio redditometro ma solo più garanzie per i contribuenti”. Il Redditometro, lo strumento abolito nel 2018 dal governo Conte 1 e  che serviva ad analizza la capacità contributiva dei cittadini risalendo al reddito attraverso le spese per auto, casa, utenze e possesso di altri beni è tornato a far discutere con la sua reintroduzione di questi giorni, con Forza Italia che ha preso le distanze dalla decisione, spiegando che “è sempre stata contro lo strumento” e così anche la Lega. Leo, che relazionerà sul decreto ministeriale nel prossimo Consiglio dei Ministri in merito al contenuto del decreto ministeriale 7 maggio 2024 (di cui intanto una nota di Palazzo Chigi sottolinea che che ‘introduce limiti al potere discrezionale dell’Amministrazione finanziaria di attuare l’accertamento sintetico’) spiega che il nuovo decreto, lungo dall’essere un ‘grande fratello’ del fisco, “limita la possibilità del Fisco di contestare al contribuente incongruenze fra acquisti, tenore di vita e reddito dichiarato. Potere previsto dall’ordinamento tributario fin dal 1973”. Leo spiega che “siamo intervenuti per correggere una stortura che si è creata nel 2018, quando il Governo Conte 1 ha abolito il D.M. 16 settembre 2015, il cosiddetto “redditometro”, del Governo Renzi e aveva contestualmente stabilito che si dovesse emanare un nuovo decreto con dei paletti precisi a garanzia del contribuente, in modo da limitare al minimo il contenuto induttivo dell’accertamento, e privilegiando sempre il dato puntuale a garanzia del contribuente”.

Purtroppo, sottolinea il viceministro, quel decreto “non è mai stato emanato e, invece di favorire il contribuente, si è creato un vuoto nei limiti all’azione dell’amministrazione finanziaria nell’applicazione dell’accertamento sintetico, introducendo di fatto un meccanismo di redditometro permanente e senza alcuna limitazione”. Da qui si sarebbe reso necessario l’intervento del governo, che ha emanato un decreto “preventivamente condiviso con le associazioni dei consumatori, l’Istat e il garante della privacy, che fissa dei paletti precisi a garanzia del contribuente e introduce, tra le altre cose, anche un doppio contraddittorio obbligatorio.  Dunque, non c’è alcun ritorno al vecchio redditometro ma solo più garanzie per i contribuenti. In più, il centrodestra conferma l’impegno per combattere i grandi evasori fiscali, in un contesto di totale rispetto dei diritti dei contribuenti”.

(Sis)

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