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Aborto, Sportiello (M5s): antiabortisti nei consultori sia considerata molestia

Roma, 22 mag - “Credo che nel nostro Paese ci sia un problema nel garantire alle persone, alle donne che volessero abortire, di accedere all'interruzione volontaria di gravidanza. Di farlo realmente, perché i dati ci dicono che ci sono addirittura strutture in cui il 100% del personale sanitario è obiettore. Ci sono regioni in cui praticamente abortire nei termini previsti è impossibile: bisogna andare fuori regione, la pillola abortiva non è ancora somministrata in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale e anzi, non è quasi somministrata per la gran parte del nostro paese. Insomma, abbiamo diversi problemi e soprattutto non si fa ancora pace col fatto che una donna possa decidere sulla propria vita e sul proprio corpo in maniera insomma consapevole e informata, libera, senza dover subire uno stigma o una colpevolizzazione, in qualche modo scontare questa decisione”. Così Gilda Sportiello, deputata del Movimento 5 Stelle, a margine di una conferenza stampa sull’aborto farmacologico in ambulatorio, nel giorno del 46esimo anniversario dell’entrata in vigore della legge 194. Proprio oggi tra l’altro al Senato, in una data così simbolica, è stato presentato un manifesto per le europee delle associazioni pro vita: per Sportiello “sicuramente il corpo delle donne purtroppo è usato in modo propagandistico, continuamente, e non solo quello delle donne. Credo che sia gravissimo attentare a quello che è un diritto, il diritto all'autodeterminazione e il diritto di ricorrere all'aborto. Credo che sia veramente molto grave, sono curiosa di vedere quanti e quanti avranno il coraggio di definirsi anti-abortisti. Questo governo non lo ha fatto in maniera frontale, anche l'ultimo emendamento approvato al decreto PNRR è stato un modo per continuare ad erodere in maniera molto significativa il diritto all'aborto, il diritto di scelta delle donne. Quindi trovo gravissimo che oggi al Senato, proprio questa ricorrenza, ci sia chi chiede di schierarsi contro l'aborto, contro le donne”. Proprio in occasione dell’approvazione dell’emendamento al Pnrr sui consultori, Sportiello, che oggi è madre, in un intervento molto accorato in aula aveva rivelato di avere in passato fatto ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza: oggi rivela di essere stata anche apostrofata per questo da un collega di un altro gruppo: “alla fine della seduta mi venne detto ‘hai abortito e ce lo vieni a dire qui?’ Ma questo è lo specchio di una cultura che non riesce neanche a dire che pensa che l'aborto sia qualcosa di sbagliato, ma lo pensa. Che non riesce a dire che pensa che l'aborto sia un omicidio, che debba essere magari un reato”. Proprio per questo, aggiunge la deputata M5S “ho presentato una proposta di legge non solo per inserire l'aborto in Costituzione e tutelare così un diritto una volta e per tutte, ma anche per consentire che nei consultori, nelle strutture ospedaliere pubbliche e private, ci sia il personale non obiettore necessario, che siano disponibili tutti i dati riguardo le strutture sanitarie e le informazioni relative alla contraccezione, all'interruzione volontaria di gravidanza sul sito del ministero della Salute. Ma soprattutto che la presenza degli antiabortisti all'interno dei consultori, o avvicinare le donne per convincerle a non abortire, come in altri paesi europei sia assimilabile al reato di stalking e di molestie”.

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