Le 14 città metropolitane italiane hanno registrato una forte crescita dei km dedicati alle due ruote e l’arrivo di numerosi servizi di sharing
Le 14 città metropolitane italiane hanno visto un aumento della ciclabilità e un vero e proprio boom del monopattino in sharing, tuttavia l’aria rimane inquinata, con diverse città che hanno superato più di 35 volte il limite giornaliero del PM10 nell’arco di un anno, con in testa la città di Torino (75 superamenti), seguita da Milano con 61 e Venezia con 50, a cui si aggiunge quest’anno Catania (50 superamenti). È quanto emerge dal Rapporto MobilitAria 2022, realizzato da Kyoto Club e dall’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-IIA), in collaborazione con Isfort.
L’aumento dello sharing
La crescita della micromobilità elettrica, invece, ha visto l’avvio di servizi in alcune città che ne erano precedentemente sprovviste, come Catania (tre operatori e una flotta di 1.000 mezzi) e Palermo (con 3.500 mezzi in flotta e ben sette operatori). Per il bike sharing la città più virtuosa è Milano, con quasi 17mila bici in flotta, seguono Roma (flotta di 9.700 bici) Torino (5.300), Firenze (4.000) e Bologna (2.500). Per quanto riguarda il car sharing a guidare la classifica è la capitale (con una flotta di 2.153), poi Milano (2.118) e Torino (880).
Il trasporto collettivo
Il rapporto segnala inoltre la crisi del trasporto collettivo, mentre l’auto, che rimane comunque protagonista, in diverse città non è tornata ai livelli pre-covid per lo smart working, proseguito lungo tutto il 2021. Cambia poi il parco circolante: le autovetture a gasolio sono in diminuzione, mentre si registra una crescita significativa delle autovetture elettriche e ibride. Nel complesso, dall’analisi delle 14 città metropolitane, emerge come nell’anno 2021 i Pums metropolitani (Piano urbano della mobilità sostenibile) abbiano fatto in media passi in avanti significativi verso l’approvazione. Quanto alla qualità dell’aria il CNR-IIA ha effettuato un confronto dei valori medi registrati nel 2021 per biossido di azoto e particolato atmosferico dalle stazioni di fondo urbano, evidenziando una sostanziale distanza delle concentrazioni attuali con i valori raccomandati dall’Oms, più ambiziosi. Emerge, quindi, che nessuna delle 14 città considerate è in linea con i parametri dell’Oms, e alcune di queste segnalano degli scostamenti molto rilevanti.