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TOP JOB EUROPA, SECONDA SETTIMANA DI TRATTATIVE

TOP JOB EUROPA, SECONDA SETTIMANA DI TRATTATIVE

Week end di linee telefoniche roventi per i principali esponenti della politica europea in vista del Consiglio europeo di giovedì che potrebbe rivelarsi decisivo per decidere quelli che sono ormai stati ribattezzati i “top job”, cioè le principali quattro cariche europee. Nella settimana appena trascorsa i leader europei non hanno trovato l’accordo sui posti di vertice. Il principale problema, che la gran parte degli analisti mette in evidenza, è “l’ingordigia” del Partito Popolare Europeo, di cui fa parte Forza Italia, che durante le trattative della prima settimana ha alzato molto l’asticella delle proprie richieste. forte anche di un ottimo risultato elettorale. 

Di fatto l’attuale presidente della Commissione Ursula von der Leyen non ha ancora ricevuto la benedizione per la sua riconferma e il problema nasce proprio della richieste del Ppe che, oltre alla riconferma di von der Leyen, ha detto chiaramente al Partito socialista europeo, il secondo come numeri, che vuole dividere a metà il mandato quinquinnale del presidente del Consiglio Europeo verso cui sembrava destinato l’ex premier socialista portoghese Antonio Costa le cui quotazioni sembrano in ribasso. Proprio in queste ore rimbalza dall’Italia la suggestione che per questo ruolo i socialisti potrebbero proporre l’ex premier Enrico Letta che tra l’altra ha sempre coltivato un buon rapporto personale con Giorgia Meloni che è una delle poche rappresentanti di governo uscita dalle elezioni europee in posizione rinforzata. 

Di sicuro al termine di questo week end si registra l’insofferenza dei socialisti verso le richieste del Ppe che ha vinto le elezioni e aumentato i seggi nel parlamento europeo, mentre il socialisti hanno sostanzialmente confermato (-3 seggi rispetto le precedenti elezioni europee) la loro posizione.

La frase che circola a Bruxelles è che è “i popolari hanno acceso un fuoco di cui non hanno più il controllo”. Ma resta il fatto che in un panorama politico europeo stravolto, i popolari hanno confermato la loro solidità e la politica è fatta anche di stringenti rapporti di forza.

Se le discussioni, in tavoli separati e al Consiglio Europeo, che si svolgeranno tra il 27 e il 28 giugno non arriveranno ancora ad una decisione definitiva, molto probabilmente ci diranno se è tramontato o meno il pacchetto che era stato proposto nella settimana uscente. Cioè Ursula von der Leyen presidente della Commissione, António Costa presidente del Consiglio europeo, la maltese Roberta Metsola presidente del Parlamento europeo e l’estone Kaja Kallas come capo della politica estero.

Grande attenzione sui media stranieri viene riservata al ruolo che può giocare Giorgia Meloni che come detto è uscita rafforzata dal voto europeo al contrario del presidente francese Macron e del primo ministro tedesco Scholz, cioè i politici più rappresentativi dei tre principali paesi europei. 

Gli analisti fanno osservare che Meloni deve fare buon viso a cattivo gioco per essere stata esclusa dalle trattative in corso tra popolari, socialisti e liberali (Renew) visto che si sta tentando di creare un accordo politico senza i rappresentanti della destra, ma allo stesso tempo si fa rilevare che la posizione di Meloni non può essere del tutto ignorata visto che rappresenta un paese importante come l’Italia e una posizione politica che sembra in ascesa in Europa visto che i conservatori hanno superato nel numero di parlamentari proprio i liberali.

(© 9Colonne - citare la fonte)