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direttore Paolo Pagliaro

AUTONOMIA, ZAIA:
E’ L’ULTIMO TRENO

AUTONOMIA, ZAIA: <BR> E’ L’ULTIMO TRENO

“Sia chiaro che questo è l'ultimo treno che passa per l'Italia. Il modello centralista ci ha portato al disastro che viviamo: ha fallito. Se il Paese è a due velocità, se i cittadini sono costretti a fare le valigie per curarsi, se ci sono diseguaglianze, non è certo colpa dell'Autonomia che non c'è. Io dico solo una cosa: mettiamola alla prova, anche e soprattutto nelle Regioni meridionali, questa forma di federalismo della quale tanti parlano senza cognizione di causa” e “se fossi un governatore del Sud la invocherei. I cittadini meridionali sono le prime vittime di un sistema che non funziona a causa di scelte sbagliate e di malagestione, di certo non attribuibile ai miei attuali colleghi. Nessuno si sogna di abbandonare il Sud: siamo come i gemelli siamesi, si vive e si muore insieme. L'Autonomia o la fai per scelta o la fai per necessità. Questo Paese con tremila miliardi di debito pubblico e le inefficienze e le diseguaglianze destinate a crescere non ha altra speranza”. Lo afferma in una intervista a Repubblica Luca Zaia, governatore del Veneto e artefice del progetto di riforma sulla autonomia differenziata. Ed a chi teme che il Colle possa frenare o addirittura non controfirmare la riforma replica: “Stimo e ho un ottimo rapporto col presidente Mattarella, rispetto profondamente le sue prerogative e so che anche in questo caso agirà in ossequio ai dettami della Costituzione. La Carta della quale lui è garante e che però, mi piace ricordare, è autenticamente federalista”. Al Pd poi risponde: “A chi, come avviene tra i banchi dell'opposizione, ci critica dopo aver modificato il Titolo V per arginare la crescita della Lega in quegli anni, dico che è inaccettabile”, “prendo atto che rinnegano la loro storia. Ma in tanti anni col Pd al governo quella riforma non l'hanno mai cancellata. Non siamo la banda bassotti che è scappata con la refurtiva. Rispetto le opinioni di tutti ma le regole della democrazia valgono per tutti”, “questa farsa della secessione dei ricchi è una narrazione irrispettosa nei confronti dei cittadini. Nessuno vuole separarsi dalla Repubblica italiana o strappare funzioni essenziali”, “una cosa è trasferire la pubblica istruzione, che resta prerogativa dello Stato, altro è parlare di alcune funzioni che potrebbero essere delegate”. Molti insegnanti fuggiranno al Nord per garantirsi stipendi migliori. Ci sarà una scuola di serie B, inevitabilmente al Sud… “Chi viene dal Sud lo fa già e lo farà perché al Nord ci sono più posti di lavoro, il contratto di lavoro è nazionale”. Inoltre evidenzia: “Tutti i cittadini italiani devono essere curati alla stessa maniera e avere la stessa aspettativa di vita. Questa è la vera sfida anche per quelle Regioni che oggi conoscono la migrazione sanitaria” . (24 giu - red)

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