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direttore Paolo Pagliaro

“White Carrara”: la citta’ celebra il marmo nel centro storico

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

“White Carrara”: la citta’ celebra il marmo nel centro storico

Dallo scorso 14 giugno al 29 settembre torna “White Carrara”, manifestazione che celebra il design Made in Italy e le eccellenze del territorio con una mostra diffusa di pezzi iconici, che raccontano una storia di ingegno e alto artigianato, tramandata di generazione in generazione. Protagonista dell'ottava edizione - intitolata “Design is back” e diretta da Domenico Raimondi - è il marmo bianco di Carrara, che nei secoli ha attratto artisti e creativi da tutto il mondo, supportati da maestranze qualificate e avanzata tecnologia. “White Carrara” è promossa e prodotta dal Comune di Carrara in collaborazione con Internazionale Marmi e Macchine CarraraFiere SpA e Nausicaa SpA, in compartecipazione con la Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest, con il patrocinio di Regione Toscana e il contributo di Fondazione Marmo. Per tutta l'estate, Carrara diventerà una galleria en plein air, incubatrice di idee, progetti, proposte e luogo privilegiato di confronto tra designer, architetti e artisti, artigiani e aziende, addetti ai lavori e appassionati. La mostra-evento “Design is back” si è sviluppata attorno a due nuclei principali: da un lato il "ritorno a casa" di alcuni progetti realizzati nel tempo nei laboratori della città, dall'altro le nuove proposte di designer contemporanei, per facilitare l'incontro tra le generazioni e la trasmissione del know-how. Un progetto, inoltre, che ha portato rinomati marchi del design italiano, come Alessi, Antonio Lupi Design, Bosa e Martinelli Luce, a stringere nuove collaborazioni con le aziende del territorio, su invito del direttore artistico Domenico Raimondi. “Design is back” sarà l'occasione per rendere omaggio a pezzi fondamentali della storia del design italiano - il cavatappi Anna G., il tavolo con sedute Tree Table + Rabbit Chair, il pouf Soul, tra gli altri - ma anche per presentare nuove produzioni in marmo fuori scala, come il bollitore della collezione Plissè di Michele De Lucchi e il panda Bernardo della designer Elena Salmistraro, ed eccellenze del territorio, come il tavolo Gomitolo e i lavabi Introverso e Pixel di Paolo Ulian. Tra gli oggetti più piccoli, esposti nelle vetrine, ma anche in fondi sfitti, in un'ottica di rigenerazione urbana, si segnalano le otto lampade/sculture del progetto Luci di Cava, ideate da 8 designer di prestigio internazionale grazie all'assistenza tecnica di Martinelli Luce e al supporto di FIDI - Florence Institute of Design International, la collezione del design storico Up&Up di Upgroup e la collezione La Casa di Pietra di Gumdesign. “White Carrara” prevede anche un Circuito Off, grazie alla partecipazione degli artisti, dei laboratori e delle gallerie d'arte del territorio, che animeranno il centro storico con esposizioni ed eventi collaterali alla manifestazione. In previsione di “White Carrara” 2024, l'Accademia di Belle Arti di Carrara ha coinvolto i propri studenti nel recupero della memoria del design a Carrara, che in un passato recente ha visto Santini, Munari, Coppola e Mangiarotti in veste di docenti. Il ciclo di incontri dal titolo “Design: tra natura e bellezza, il fascino del marmo” rivolto agli studenti del corso di design e scultura ha avviato un percorso creativo che si è concluso con la realizzazione di alcuni progetti di product design dedicati al marmo. Sono previsti anche appuntamenti speciali rivolti alla cittadinanza e al pubblico: visite guidate ai laboratori artistici e nelle aziende del lapideo in collaborazione con Carrara Studi Aperti, escursioni alle cave, attività per i più piccoli, appuntamenti musicali e iniziative enogastronomiche con il coinvolgimento delle associazioni di categoria e i produttori locali. “White Carrara”, dunque, è l'occasione per promuovere le eccellenze del territorio e confermare la vocazione di Carrara quale Città Creativa Unesco, attraverso un'iniziativa che punta a raccontare il "paesaggio" del marmo, la storia di una comunità e l'identità dei luoghi. L’iniziativa si svolge in contemporanea alla mostra “Romana marmora. Storie di imperatori, dei e cavatori”, allestita al CARMI - Museo Carrara e Michelangelo, tracciando così un ideale collegamento tra le origini di Carrara, legate alla lavorazione artistica del marmo, e le sue attuali declinazioni. Al mudaC - museo delle arti Carrara è allestita la sezione dedicata alle arti visive di “White Carrara”, a cura di Cinzia Compalati, con le mostre personali degli artisti Paolo Cavinato e Gabriele Landi, le cui realizzazioni incontrano tangenze estetiche con il tema del design. (gci)

“UNA RICERCA POLIVALENTE”: L’ESPOSIZIONE BOLOGNESE CELEBRA IL CENTRO VIDEO ARTE DI FERRARA

Un’occasione per celebrare la storia di un’istituzione culturale italiana: dal 27 giugno al 13 ottobre 2024 il MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna ospiterà la mostra “Una ricerca polivalente. Esperienze dal Centro Video Arte di Ferrara” in Project Room, lo spazio che dal 2018 propone esposizioni aventi come focus i fenomeni, gli eventi, le personalità e le organizzazioni che hanno avuto un ruolo fondamentale nella recente storia culturale di Bologna e dell’Emilia-Romagna. Il progetto, realizzato attraverso una collaborazione tra il museo bolognese e le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara e curato da Chiara Vorrasi, conservatrice responsabile delle Gallerie ferraresi, e Uliana Zanetti, responsabile del patrimonio del MAMbo, intende celebrare le attività, a circa cinquant’anni dalla fondazione e a trenta dalla chiusura, del Centro Video Arte di Ferrara, unica istituzione artistica espressamente dedicata in Italia alla produzione di video-tape. (gci)

A BOLOGNA ESPOSTA L’ARTE OTTOCENTESCA DELLA CITTA’

La Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna ha annunciato la proroga fino al 28 luglio della mostra “Da Felice Giani a Luigi Serra - L’Ottocento nelle collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna”, a cura di Angelo Mazza. L’iniziativa, organizzata nell’ambito della rassegna “La pittura a Bologna nel lungo Ottocento. 1796 - 1915” promossa dal Settore Musei Civici Bologna - Museo Civico del Risorgimento, presenta per la prima volta al pubblico un’accurata selezione delle principali opere dell’Ottocento bolognese appartenenti alle Collezioni d’arte e di storia della Fondazione Carisbo. In occasione del posticipo di chiusura e in ragione dell’interesse riscosso dalla mostra in questi mesi, saranno organizzate tre visite guidate speciali rivolte a un pubblico di visitatori adulti, della durata di un’ora e mezzo circa, prenotabili sul sito www.genusbononiae.it: il 29 giugno, ore 17.00, visita guidata standard per adulti a cura del Dipartimento Education di Palazzo Fava; l’11 luglio, ore 18.00, visita guidata con Roberto Martorelli, co-curatore dell’iniziativa “La pittura a Bologna nel lungo Ottocento. 1796 - 1915”; il 25 luglio, ore 18.00, visita guidata con Angelo Mazza, curatore della mostra. L’esposizione costituisce un affascinante viaggio alla scoperta delle opere più importanti delle collezioni della Cassa di Risparmio in Bologna realizzate tra gli ultimi anni del Settecento e i primissimi del Novecento. Trenta artisti e oltre cento opere, suddivise in sei sezioni tematiche, tra dipinti, sculture, disegni, acquerelli, incisioni e le preziose maioliche della manifattura Minghetti appartenute al duca di Montpensier. (gci)

“FOTOGRAFIA AL BUIO”: A VERONA GLI SCATTI DI IPOVEDENTI E NON VEDENTI

Dallo scorso 22 giugno al 29 luglio, il Museo Archeologico Nazionale di Verona, che ha sede all’interno dell’ex carcere asburgico di San Tomaso, ospiterà la mostra “Fotografia al Buio”, un'esposizione unica che presenterà una ventina di scatti realizzati da persone ipovedenti e non vedenti. Le opere sono frutto di un corso fotografico realizzato dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Verona, condotto dal fotografo Sergio Maria Visciano e sostenuto dal Gruppo AGSM AIM. I sette partecipanti al corso, Silvia Cepeleaga, Giorgio Gagliardi, Angela Gianesella, Mattia Grella, Paolo Lizziero, Maurizio Turra e Laura Veronesi, hanno scelto individualmente i propri soggetti e le modalità di ritratto della realtà, producendo immagini suggestive che raccontano diversi aspetti delle persone e della città di Verona. Il percorso alterna viste architettoniche e storiche della città scaligera con altre di tipo naturalistico del Fiume Adige e dell’abitato di Montorio caratterizzato dalla presenza di acque di risorgiva, con ritratti in studio di una modella, una statua bronzea di Cangrande della Scala e un cesto di frutta che evoca un’atmosfera caravaggesca. Infine, su proposta del Museo Archeologico Nazionale di Verona, sono stati ritratti alcuni reperti archeologici del museo, che sono stati fatti uscire dalle vetrine sottraendoli all’abituale condizione di inaccessibilità. Non solo la campagna fotografica, ma anche l’esposizione è stata pensata nel segno della massima accessibilità: si è rivolta un’attenzione particolare alla modalità di stampa per renderla fruibile a tutti gli spettatori, affiancando alle stampe di tipo tradizionale la tecnica delle litofanie tattili che propongono dei rilievi delle immagini riprese. Inoltre, per alcuni oggetti, sono stati proposti elementi stampati a mezzo di stampante 3D. Infine, viene fornito ai visitatori un codice QR con la descrizione audio del progetto. “È un piacere ospitare presso il Museo Archeologico Nazionale di Verona questa piccola e curata esposizione, che ci dimostra una volta di più come possiamo progettare soluzioni sempre nuove e originali per rendere accessibile e fruibile a tutti il nostro patrimonio culturale e naturalistico”, dichiara Giovanna Falezza, direttrice del Museo. Per il curatore della mostra e ideatore del corso Sergio Maria Visciano: “Nell’estate del 2023 mi sono dedicato allo studio della percezione della realtà da parte di persone ipovedenti e non vedenti. La potenza vicariante degli altri sensi spesso determina un esito sorprendente nell’orientamento e nella percezione del reale da parte di persona con disabilità visiva. Mi sono chiesto quindi quale fosse la sfida più ardua e mi sono concentrato su come rendere visibile l’invisibile. Attraverso un percorso organizzato in lezioni frontali, podcast, esercitazioni pratiche e modelli tattili ho cercato di rendere l’apprendimento agevole ed interessante in modo che fosse consequenziale la realizzazione di un progetto fotografico scelto dai sette partecipanti al corso appartenenti alla Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Verona. Il risultato è stato sorprendente in quanto i protagonisti del corso hanno evidenziato una forte capacità intuitiva ed una importante determinazione nella scelta delle riprese sia dal punto di vista compositivo che della tecnica”. Afferma Silvia Cepeleaga, vicepresidente di UICI Verona e corsista: “Nonostante io abbia imparato tante tecniche penso che in questo mondo della fotografia ci sia ancora tanto da apprendere e per questo auspico che vi possano essere ulteriori corsi di questo tipo. Questo percorso ha contribuito alla mia autostima come fotografa. Ogni volta che ora passo vicino a un paesaggio, immagino come vorrei fotografarlo. Con la mostra potrò far capire ai miei amici conoscenti e ai nostri soci che la parola impossibile non esiste”. Infine, come dichiara Marta Ugolini, assessora con delega alla Cultura: “Avrò il privilegio di poter visitare la mostra di fotografia tattile realizzata nell’ambito del corso fotografico organizzato dalla Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Verona sotto la guida di Sergio Maria Visciano. Si tratta di un'iniziativa che esemplifica perfettamente i principi dell'inclusività e del ‘design for all’, dimostrando come le espressioni creative possano essere rese accessibili a tutti, indipendentemente dalle diverse abilità sensoriali. La fotografia tattile non solo offre una nuova dimensione espressiva alle persone con disabilità visive, ma permette anche a tutti i visitatori di sperimentare la creatività in modi nuovi e profondi. È un esempio potente di come il design inclusivo possa abbattere le barriere, promuovendo una società più equa e aperta”. La mostra si avvale di AGSM AIM come main sponsor e Lions Club Verona Arena come sponsor, oltre al patrocinio del Comune di Verona, al supporto degli sponsor tecnici NSHOT Verona, 3DFlow srl, Istituto Giorgi Verona e Tenute SalvaTerra e, infine, per le stampe, di EnneviFoto Verona, Fab Lab della rete Tau Lab Mantova, Istituto Giorgi Verona. (gci)

“AB UMBRA LUMEN”: L’ARTE DI ALESSANDRO DEL PERO A BRUNICO

Nuovo nome, nuovo concetto, nuovi spazi per l'ECK Museum of Art di Brunico che alla collezione permanente aggiunge una programmazione di mostre d'arte contemporanea. Dal 29 giugno al 28 settembre, infatti, il museo presenta la mostra personale dell’artista Alessandro Del Pero dal titolo “Ab umbra lumen”, che raccoglie circa venti opere pittoriche di grande formato realizzate negli ultimi dieci anni tra New York e l’Italia. La mostra, a cura di ECK Museum of Art, Lisa Leoni e Alexandra Uberbacher, si inserisce nel percorso tematico annuale del museo che per il 2024 si propone di indagare il rapporto tra arte e religione. Nell’ultima serie di quadri che Del Pero presenta per la prima volta al pubblico, lo studio della luce e delle ombre investe figure ibride antropomorfe, senza testa e poste su dei basamenti. Si tratta, cioè, di sculture in cui si riconoscono corpi di uomini e donne assemblati tra loro e che, a loro volta, si innestano a parti di animali. La pratica di Del Pero, pur nelle inevitabili evoluzioni che intercorrono nel corso del tempo, presenta soggetti e tematiche ricorrenti care alla storia dell’arte, come ritratti, autoritratti, nature morte e crocifissioni, ma sempre ambientate in un luogo chiuso: una stanza che riflette in modo intimo e profondo sulla condizione dell’uomo contemporaneo. In tale indagine interiore, strumento principe è la luce – e il suo contrario, l’ombra – che nel loro alternarsi si autoalimentano diventando la chiave per accedere alla dimensione psicologica dell’esistenza. Come suggerisce il titolo della mostra, “Ab umbra lumen” (“Dall’ombra viene la luce”), è dunque lo studio esplicito della luce il vero soggetto di ogni opera, al di là delle singole tematiche rappresentate sulla tela. L’ombra, d’altra parte, è qui vista in chiave positiva, come seme del risveglio, porta di accesso al nostro inconscio e fonte primaria di luce. Le immagini e i loro significati più profondi prendono vita da questi due opposti, segnando in modo indelebile la cifra stilistica dell’artista e la linea narrativa della sua pittura. Completa la mostra un catalogo con i testi critici di Lisa Leoni e Veronica Santi. Alessandro Del Pero è nato a Bolzano nel 1979. Si laurea in Architettura del 2005 presso l’Università degli Studi di Firenze. Nel 2007 si trasferisce a Barcellona dove, oltre a collaborare con alcuni studi di architettura, comincia a dedicarsi intensamente alla pittura come artista autodidatta. Nel 2012 abbandona definitivamente il lavoro come architetto e si trasferisce a New York, dove vive e lavora fino al 2019. Dal 2012 il suo lavoro pittorico è stato oggetto di mostre personali in Italia, Germania, Stati Uniti, Brasile e Venezuela. Nel 2015 realizza la sua prima mostra istituzionale nel Museo d’Arte del Rio Grande do Sul in Brasile. Dal 2021 lavora tra l’Italia e Vienna. (gci)

NELLA FOTO. White Carrara - Design is back, Carrara, 2024. Ph. Giuseppe D'Aleo

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