È nel 2023 che si sarebbe consumato il divario più rilevante tra Nord e Mezzogiorno d’Italia dell’ultimo decennio totalizzando il valore massimo (100 punti) rispetto al 2013 (92,5 punti) dell’Indice del divario economico e sociale (INDES) ideato da Demoskopika sulla base di sette indicatori: occupazione, disoccupazione, reddito disponibile familiare, speranza di vita, sanità, ricchezza pro-capite e povertà. La scelta del set di indicatori utilizzati è stata adottata sulla base di alcuni criteri ben precisi: reperibilità della serie storica del dato, ufficialità o autorevolezza delle fonti, rilevanza socio-economica dell’indicatore.
E così, se da un lato, la distanza dei tassi di occupazione e disoccupazione tra Nord e Mezzogiorno raggiunge il minimo storico (o quasi) nel periodo considerato, rispettivamente dal 22,4% del 2013 al 21,2% nel 2023 per il primo indicatore e dall’11,5 % del 2013 al 9,4% nel 2023 per il secondo indicatore, dall’altro non mancano, anzi sono preponderanti, le “reazioni negative” della maggior parte degli indicatori individuati. In particolare, a incidere in modo rilevante sull’andamento “rialzista” del divario, ottenendo il massimo del punteggio (100 punti) dell’indice Indes di Demoskopika ben 4 indicatori dei 5 rimanenti: reddito disponibile familiare, speranza di vita, sanità, ricchezza pro-capite. A chiudere l’indicatore delle persone a rischio di povertà (97,9 punti) il cui picco negativo è stato registrato nel 2019.