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ARCIVESCOVO VIGANO'
SCOMUNICATO PER SCISMA

ARCIVESCOVO VIGANO' <br> SCOMUNICATO PER SCISMA

Negli ultimi anni, a più riprese, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò aveva dichiarato di non riconoscere la legittimità del Papa e del Concilio Vaticano II:  così l'ex nunzio apostolico negli Stati Uniti è stato scomunicato per scisma, come si legge in una nota del dicastero per la Dottrina della Fede. "Sono note le sue affermazioni pubbliche dalle quali risulta il rifiuto di riconoscere e sottomettersi al Sommo Pontefice, della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti e della legittimità e dell’autorità magisteriale del Concilio Ecumenico Vaticano II. All’esito del processo penale, Mons. Carlo Maria Viganò è stato riconosciuto colpevole del delitto riservato di scisma" spiega la nota, nella quale si legge inoltre che "il Dicastero ha dichiarato la scomunica latae sententiae" e che "la rimozione della censura in questi casi è riservata alla Sede Apostolica". Nella scomunica latae sententiae, si legge su Vatican News, "si incorre per il fatto stesso di aver commesso il delitto. Allo scomunicato è proibito di celebrare la Messa e gli altri sacramenti; di ricevere i sacramenti; di amministrare i sacramentali e di celebrare le altre cerimonie di culto liturgico; di avere alcuna parte attiva nelle celebrazioni appena citate; di esercitare uffici o incarichi o ministeri o funzioni ecclesiastici; di porre atti di governo. Il senso della scomunica è comunque quello di essere una pena medicinale che invita al ravvedimento, quindi si resta sempre in attesa di un ritorno della persona alla comunione". Lo scorso 20 giugno era stato lo stesso 83enne prelato a divulgare integralmente il decreto che lo convocava a Roma per rispondere delle accuse, dandogli la possibilità fino al 28 giugno di nominare un avvocato difensore che lo rappresentasse o facendo pervenire una memoria difensiva. Non essendo avvenuto ciò, gli è stato attribuito un difensore d’ufficio che ha svolto secondo le norme del Diritto la difesa di Viganò. "Il Dicastero per la Dottrina della Fede mi ha informato, attraverso una semplice email, dell'apertura di un processo penale extragiudiziale nei miei confronti, con l'accusa di aver commesso il reato di scisma e accusandomi di aver negato la legittimità di 'Papa Francesco' , di aver rotto la comunione 'con Lui' e di aver rifiutato il Concilio Vaticano II. Sono convocato al Palazzo del Sant'Uffizio per il giorno 20 giugno, personalmente o rappresentato da un avvocato. Presumo che la sentenza sia già pronta, visto il processo extragiudiziale" aveva scritto l'arcivescovo su X, aggiungendo:  "Considero le accuse contro di me una causa d'onore. Credo che la formulazione stessa delle accuse confermi le tesi che ho più volte difeso nei miei interventi. Non è un caso che l’accusa nei miei confronti riguardi la messa in discussione della legittimità di Jorge Mario Bergoglio e il rifiuto del Vaticano II: il Concilio rappresenta il cancro ideologico, teologico, morale e liturgico di cui la 'Chiesa sinodale' bergogliana è la necessaria metastasi". Parole dure, che oggi hanno portato alla scomunica per scisma. (Roc)

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