Il più grande imprenditore italiano oggi ha 77 anni, 7 dei quali trascorsi nelle camerate dei Martinitt, l'orfanotrofio di Milano in cui fu accolto dopo la morte del padre. E’ anche per questo prologo che la storia di Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica e 71° uomo più ricco del pianeta grazie a un patrimonio personale di 11 miliardi di dollari, ha il sapore della leggenda. Dai Martinitt l'orfano usciva con un mestiere e Leonardo, che era emigrato a Milano da Trani, imparò quello dell’incisore. Era un ragazzo ordinato e preciso, il più bravo quando si trattava di scrivere, per conto delle suore, una lettera in bella grafia. Il primo impiego è come garzone alla Johnson, una fabbrica dove si incidevano coppe e medaglie. Di sera il ragazzo frequenta i corsi di incisione dell’ Accademia di Brera e a 23 anni – dopo aver appresso i segreti del mestiere in una fabbrica di stampi per ricambi automobilistici e montature per occhiali – decide che può mettersi in proprio. Nel 1958 si trasferisce quindi ad Agordo, in provincia di Belluno, per aprire una bottega di montature per occhiali. Dopo tre anni, nel 1961, la bottega si trasforma in Luxottica s.a.s., 14 dipendenti, specializzata nella produzione di minuteria metallica per le occhialerie. Nel 1967, pur continuando la produzione di semilavorati per conto terzi, l’azienda compie la prima grande svolta strategica: inizia, assemblandone le singole parti, a produrre l’occhiale completo e a commercializzarlo con il marchio Luxottica. Dopo soli quattro anni, nel 1971, Luxottica abbandona il business della produzione per conto terzi per dedicarsi unicamente alla realizzazione e commercializzazione dell’occhiale finito. “Avevamo fatto un prodotto che era veramente innovativo”, ricorda oggi Del Vecchio. “Fondamentalmente noi eravamo fornitori terzisti specializzati nel produrre tutti i componenti per le varie fabbriche. Il giorno che li abbiamo assemblati siamo riusciti a venderli a prezzi più bassi di chiunque altro. E quindi abbiamo fatto un campionario talmente competitivo che i grossisti sono venuti dentro a frotte” . Da allora Luxottica non ha mai smesso di crescere, grazie soprattutto a un’ambiziosa (ma mai spregiudicata) politica di acquisizioni. Negli anni '80 Leonardo Del Vecchio comincia a dare alla sua azienda la forma di una multinazionale, nel 1990 la quota a Wall Street e dieci anni dopo a Milano, nel 1999 rileva Ray-Ban, storica marca di occhiali da sole. Il nuovo millennio coincide con una spettacolare serie di acquisizioni internazionali nei settori della produzione e della distribuzione di occhiali da sole e da vista.
Risultato finale: 65.000 dipendenti sparsi in tutto il mondo, 6 stabilimenti in Italia e 2 in Cina, circa 7 miliardi di fatturato con utili più che proporzionati (341 milioni nel primo semestre di quest’anno). Leonardo Del Vecchio, che si vanta di non aver mai licenziato un dipendente, è socio di alcune delle imprese strategiche del capitalismo italiano, da Generali e Unicredit, e recentemente è uscito dal suo proverbiale riserbo per denunciare errori, pigrizie e anche malversazioni del sistema creditizio nazionale. Sposato tre volte, ha sei figli: il più piccolo ha 9 anni, il più grande 55. Avendo costruito tanta ricchezza, non si pone il problema di nasconderla. Vive il buon retiro a Montecarlo, dove è ormeggiato il suo yacht di 62 metri, il Moneikos, costruito a Viareggio, ed è azionista decisivo in uno dei salotti buoni della finanza francese, la società immobiliare Foncière des Régions, Una volta al mese si fa vedere ad Agordo, in quella fabbrica dove per una vita ha lavorato dalle otto del mattino a mezzanotte.