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direttore Paolo Pagliaro

ENGLARO: CON ELUANA
TROVAMMO IL DESERTO

ENGLARO: CON ELUANA <br> TROVAMMO IL DESERTO

Non apripista, “preferirei usare la parola pionieri e tornare al deserto che abbiamo trovato nel lontano gennaio 92, quando Eluana, nella condizione di non più capace di intendere e volere dopo un incidente stradale, restava una cittadina italiana che aveva espresso chiaramente il suo diritto all’autodeterminazione. Voleva essere lasciata semplicemente andare. Per godere del primo sussulto di libertà, con la sentenza del 16 ottobre 2007, noi Englaro ricordiamolo - ci abbiamo messo 5.750 giorni, cioè 15 anni e 9 mesi. Come famiglia abbiamo pagato un prezzo altissimo”. Così Beppino Englaro, dopo la sentenza della corte costituzionale sul fine vita, in una intervista a Repubblica. Lui e sua moglie Saturna non hanno avuto accesso diretto alla Corte e dovuto percorrere tutti i gradi di giudizio sino all’ultimo e vincente ricorso… “Non ci hanno dato scampo, il parlamento più che ostacolare non ha saputo far niente. Come fa un povero cittadino a far valere i suoi diritti? La vicenda di Eluana dimostra che il cittadino può fare grandi cose, ma senza la squadra che si è riunita intorno a noi non si arrivava sino alla corte di cassazione. E così all’evoluzione culturale nella legalità e alla luce del sole”, “oggi le persone hanno la possibilità di accedere alla suprema corte con più facilità. E, nel quotidiano, di non farsi intrappolare nei meccanismi infernali come quelli che ha subito Eluana, rimasta in uno stato che non accettava per 17 anni e 22 giorni, vale a dire per 6.283 giorni. Dopo oltre 26 anni, la legge del 22 dicembre 2017 numero 219 concede la possibilità di autodeterminazione anche nella condizione di non più capaci di intendere e volere”. Dopo Eluana, il caso del dj Fabo ha avuto la sua influenza e la corte costituzionale rilancia sul ruolo dei giudici sul suicidio assistito. E cioè sostengono - non esiste un’apertura indiscriminata sull’eutanasia, ma è il magistrato che deciderà caso per caso se sia incriminabile o meno chi aiuta il paziente a morire… “Da quello che ho letto, sono decisioni del tutto condivisibili”. Evidenzia quindi come giunga ora un “appello a una politica assente, assente da decenni a parte qualche eccezione, e che ha raggiunto il massimo dello squallore con la vicenda Eluana, con Silvio Berlusconi, il ministro Sacconi e altri impegnati a creare conflitti e poi... a non fare più nulla di nulla. E così siamo arrivati sin qui con i ricorsi e la Corte sta dicendo a chi c’è oggi in parlamento ‘ma che fai? sei al servizio dei cittadini o no? datti da fare’”. (19 lug - red)

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