“Le nuove informazioni disponibili indicano che nel secondo trimestre l’economia dell’area dell’euro è cresciuta, seppur a un ritmo probabilmente inferiore rispetto al primo trimestre”. Così la Banca centrale europea nel bollettino economico, evidenziando che gli indicatori relativi agli investimenti segnalano “una crescita modesta nel 2024, in un contesto di accresciuta incertezza”. In prospettiva – sottolineano gli esperti di Francoforte - ci si attende che la ripresa sia sostenuta dai consumi, sospinti dal rafforzamento dei redditi reali derivante dal calo dell’inflazione e dall’incremento dei salari nominali. Inoltre, le esportazioni dovrebbero aumentare a fronte della crescita della domanda mondiale. In conclusione, la politica monetaria, col tempo, dovrebbe esercitare un effetto frenante meno incisivo sulla domanda”. “I rischi per la crescita economica sono orientati verso il basso” rivela inoltre la Bce, prevedendo che “l’espansione dell’area dell’euro risentirebbe di un indebolimento dell’economia mondiale o dell’acuirsi delle tensioni commerciali tra le maggiori economie. La guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente rappresentano significative fonti di rischio geopolitico. Ciò potrebbe indurre una perdita di fiducia riguardo al futuro in famiglie e imprese e produrre interruzioni negli scambi internazionali. L’espansione economica potrebbe inoltre risultare più contenuta se gli effetti della politica monetaria si rivelassero più forti delle attese. Potrebbe invece risultare superiore se l’inflazione diminuisse più rapidamente del previsto e se l’incremento della fiducia e dei redditi reali comportasse aumenti della spesa maggiori di quanto anticipato, oppure se la crescita dell’economia mondiale fosse più forte delle aspettative. L’inflazione potrebbe collocarsi su livelli più elevati di quanto previsto se i salari o i profitti aumentassero più delle attese”. Rischi al rialzo per l’inflazione, secondo la Bce, provengono anche dalle accresciute tensioni geopolitiche, che potrebbero far aumentare i prezzi dell’energia e i costi di trasporto nel breve periodo e causare interruzioni nel commercio mondiale. “Inoltre – spiega la Bce - i fenomeni meteorologici estremi, e più in generale il dispiegarsi della crisi climatica, potrebbero far salire i prezzi dei beni alimentari. Per contro, l’inflazione potrebbe sorprendere al ribasso se la politica monetaria frenasse la domanda più di quanto atteso o nel caso di un deterioramento inaspettato del contesto economico nel resto del mondo”. Il mercato del lavoro continua a evidenziare una buona tenuta, rileva la Bce, rimarcando che “il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 6,4 per cento a maggio, confermandosi al livello più basso dall’introduzione dell’euro. L’occupazione, cresciuta dello 0,3 per cento nel primo trimestre, è stata sostenuta da un’ulteriore espansione delle forze di lavoro, che hanno registrato lo stesso tasso di crescita. . “Il Consiglio direttivo –si legge nel bollettino - accoglie con favore i recenti orientamenti della Commissione europea che invitano gli Stati membri dell’Ue a rafforzare la sostenibilità dei conti pubblici, nonché la dichiarazione dell’Eurogruppo sull’orientamento delle politiche di bilancio per l’area dell’euro nel 2025. La piena e tempestiva attuazione del nuovo quadro di governance economica dell’Ue aiuterà i governi a ridurre stabilmente il disavanzo di bilancio e il rapporto debito/Pil”.
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