Molti giornali lamentano la sproporzionata attenzione riservata al naufragio del Bayesan rispetto alle tragedie dei migranti, anonime vittime in fondo al mare che nessun sommozzatore si tuffa a ripescare eccetera. Su ciò si era invero già scritto nei giorni del Titan, il sottomarino imploso con alcuni milionari a bordo, che tutte le marine del mondo ricercavano proprio mentre a dir poco meno intense erano le ricerche delle centinaia di povere vittime migranti del disastro di Cutro, come si ricorderà.
Più che quello riservato ai morti diciamo di serie A e B forse allora è oggi il caso di segnalare il diverso trattamento riservato a morti e vivi, che nessun organo di stampa ha sottolineato e che invece appariva, così mi sembra, piuttosto evidente al TG, ieri sera, con le vittime del Bayesan portate via, anziché nel consueto furgone mortuario, in autoambulanza e a sirene spiegate, la stessa ambulanza che ha impiegato 40 minuti per soccorrere un rider sull’asfalto, episodio cui ho assistito personalmente.
Vorrei riportare qui gli ultimi versi del Sonetto ‘l’amore de li morti’ di Giuseppe Gioacchino Belli: Li vivi poi-poi, boni o cattivi, sò quarche cosa mejo de li morti, nun fuss’antro pe’ questo, che ssò vivi.
@dilatebiosa