Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

MANCUSO: SU ALBERI
CITTA’ SBAGLIANO

MANCUSO: SU ALBERI <BR> CITTA’ SBAGLIANO

“Nel momento in cui si tolgono o si mettono alberi, si va a incidere sulla salute delle persone. E questa è una molla del cambiamento”. Così il botanico Stefano Mancuso commenta in una intervista a Repubblica la nascita nelle città di numerosi comitati di cittadini che si oppongono agli abbattimenti. “Va detto che gli alberi in città hanno un’aspettativa di vita che non è la stessa degli alberi in campagna: in città si ammalano di più e il riscaldamento globale agisce anche attraverso la produzione di tornado e trombe d’aria. Le amministrazioni sono spaventate che questi venti molto forti facciano cadere gli alberi e provochino danni a cose e persone. Stanno dunque diventando iper attente alla salute degli alberi, ma in una maniera molto sconsiderata: nel dubbio tagliano. È una cosa che non va bene. Il numero di morti o di danni causati dalla caduta di alberi in Italia è una frazione irrilevante: le persone che muoiono per un cornicione in testa sono di più. È una questione di emotività, non basata sul raziocinio. Se noi associassimo a ogni albero un grado di rischio, capiremmo che quelli pericolosi sono una piccola porzione del patrimonio arboreo”. Come dovrebbero comportarsi le amministrazioni? “Dovrebbero farsi carico di gesti importanti, piantare quanti più alberi possibile. E dove non c’è possibilità, togliere le strade, l’asfalto, e al loro posto mettere delle piante. Se le amministrazioni iniziassero a far vedere che c’è davvero una volontà di aumentare il numero di alberi in città, allora anche quei pochi tagli sarebbero recepiti e tollerati”. A Piacenza cittadini e ambientalisti si sono rivolti al tribunale per fermare il piano del parcheggio… “È proprio l’idea del parcheggio che non va bene, significa che vuoi le auto in centro. È sbagliata la motivazione: la priorità dovrebbe essere togliere il traffico, piantare alberi. Secondo me fanno bene i cittadini ad adire le vie legali, perché andando a eliminare piante viene peggiorata la propria salute”.

A Bologna invece non si placano le proteste per i fusti sacrificati per fare spazio al tram… “In questo caso secondo me se c’è una carenza da parte delle amministrazioni è nel non spiegare l’enorme beneficio finale, perché - si è visto nella mia Firenze - ogni volta che viene aperta una linea tranviaria si ha una riduzione del traffico del 20%, che è pari a quello di piantare qualche centinaio di migliaia di alberi. Non si può fare la frittata senza rompere le uova”. (4 set - red)

(© 9Colonne - citare la fonte)