Roma, 11 set - Secondo la circolare del 2021 del ministero della transizione ecologica, sono sempre e totalmente escluse dall’assoggettamento alla Tari, tanto per la quota fissa che per quella variabile, le superfici produttive delle aziende industriali, dove invece si producono rifiuti speciali, la cui raccolta e smaltimento è di competenza dei relativi consorzi. Eppure, in diversi Comuni d’Italia, si continua a richiedere alle aziende anche il pagamento della quota fissa. Per fare chiarezza sull’interpretazione autentica sulla applicabilità della quota fissa, la deputata della Lega Laura Cavandoli interviene con una proposta di legge apposita: “Di fronte a queste incertezze abbiamo pensato di fare una proposta di legge – spiega - una norma interpretativa che di per sé ha valore anche retroattivo, quindi va a chiudere i contenziosi pendenti Liberiamo in questo modo dai dubbi sia gli enti locali, che così applicano meglio la normativa conforme a quella del diritto, e soprattutto le attività produttive che in questo modo sono sollevate non solo dal tributo richiesto, ma anche dalle cause giudiziarie che lasciano sempre delle richieste di accantonamento, degli strascichi e delle lungaggini che impediscono di utilizzare i fondi”. “Quello che vogliamo – spiega Cavandoli - è più certezza del diritto e più libertà delle imprese di sapere, di programmare”.
(PO / Sis)
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