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direttore Paolo Pagliaro

A TRENTODOC PLACIDO
RACCONTA MORRICONE

A TRENTODOC PLACIDO <BR> RACCONTA MORRICONE

“Facemmo insieme delle esperienze teatrali, poi un anno prima della sua morte sono andato  a parlargli e lui mi ricevette: come attore ho frequentato molto Pirandello, e volevo fare dalle sue novelle un paio di spettacoli. Volevo una musica densa, che non fosse melodica, di cui non si riconoscesse neanche l’autore. Volevo qualcosa di diverso per i personaggi pirandelliani, tutti sorprendenti e che vivono problematiche filosofiche”: così l’attore e regista Michele Placido, che a Trentodoc ha raccontato il suo rapporto con Ennio Morricone, scomparso nel 2020.  “Di mio padre ho dei ricordi meravigliosi, al di là di quello che ha dato al mondo con la sua professione a me appartiene una parte più privata, che è quello del papà. Quando il papà va via in noi lascia una traccia importante, quella della prima figura maschile che si conosce da bambini, come una cicatrice forte che si porta dietro tutta la vita nell’anima”. Così Marco Morricone, figlio del Maestro e co-autore del libro “Ennio Morricone. Il genio, l’uomo, il padre”, intervenuto all’incontro “Michele Placido racconta Ennio Morricone”, nell’ambito di Trentodoc.  “Oltre ad avermi trasmesso i valori della serietà, della concretezza e del rigore mio padre - aggiunge - è stato capace di trasmettermi l’umanità, la capacità di emozionarsi di fronte a piccole cose, di imparare a conoscere se stessi. Mio padre aveva una sensibilità fuori dal normale, sapeva essere un uomo e sapeva essere un bambino”.   “Ennio Morricone è per me una figura fondamentale, l’ho conosciuto che avevo 16 anni quando facevo il voltapagine di un’associazione di musica da camera a Roma, ed Ennio faceva parte del comitato direttivo: si incuriosì di questo ragazzino che invece di andare al vicino Piper andava a far sedere le persone anziane ai concerti di musica da camera.  Ennio mi prese sotto la sua ala protettrice con la sua dolcezza, ho sempre pensato che la sua severità fosse un modo per proteggere la sua emotività”. Così Valerio Cappelli, scrittore e giornalista del Corriere della Sera, co-autore del libro co-autore del libro “Ennio Morricone. Il genio, l’uomo, il padre” “Questo libro - aggiunge - racconta Ennio e non Morricone, la vita prima della musica, la persona e non il personaggio”.  

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