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Federico Faggin al Wired Next Fest: Usiamo l’IA per il bene comune

Federico Faggin al Wired Next Fest: Usiamo l’IA per il bene comune

Non di sola materia e numeri vive l’uomo. Si potrebbe riassumere così il denso intervento “Al confine tra scienza e spiritualità” di Federico Faggin questa mattina al Teatro Zandonai di Rovereto in occasione del Wired Next Fest. Il “padre nobile del microchip”, autore del saggio Oltre l’invisibile ha lanciato un accorato appello alla riscoperta del libero arbitrio, inteso come capacità di attribuire significato alla realtà e dunque di sostituire la competizione con la cooperazione umana per dar vita a un nuovo Rinascimento. L’intervento si è concluso con un lungo firmacopie.

“I sentimenti vanno oltre i numeri. Perciò l’intelligenza artificiale, fatta appunto di numeri, non potrà mai sostituire il pensiero umano” ne è convinto il fisico, inventore e imprenditore Federico Faggin, che – provocatoriamente – dice: “Il computer non capisce un tubo. È un insieme di interruttori. A differenza del corpo umano, che invece è composto dai 30 ai 50 trilioni di cellule, ciascuna delle quali contiene il tutto”. Un invito, dunque a non considerare scienza e spiritualità come antagoniste. E a prendere il buono dell’intelligenza artificiale “per esempio la capacità di farci risparmiare tempo” senza “credere che possa sostituire la nostra capacità di pensare e collegare le informazioni tra loro, perché la creatività è una caratteristica tutta umana”.
Faggin ha poi ribadito l’importanza e il ruolo chiave della scienza. Cosa diversa “da cui guardarsi”, lo “scientismo”, ovvero quella corrente che nega l’esistenza della coscienza e del libero arbitrio. “Proprietà naturali” che invece, per l’inventore italiano naturalizzato statunitense, servono proprio per aiutarci a comprendere i fenomeni che ci accadono intorno. (29 set-red)

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