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Universita', proposta Avs su telematiche: no scopo lucro e stesse regole statali (riepilogo)

Roma, 30 set - Alleanza Verdi e Sinistra presenta alla Camera una proposta di legge in tema di università telematiche. Due gli articoli, che attraverso modifiche alla legge 240 del 2010 e al decreto legislativo 19 del 2012 chiedono l'esclusione del fine di lucro dalla natura giuridica delle università e che le università telematiche osservino le medesime regole di accreditamento e di garanzia di qualità del servizio offerto degli atenei tradizionali. "Chiediamo al governo - spiega la prima firmataria della proposta, la deputata Elisabetta Piccolotti - di rivedere le norme sulle telematiche, escludendo la possibilità che siano attività a fini di lucro, ovvero escludendo che siano un grande mercato dei titoli. Noi non siamo contrari all'esistenza della didattica da remoto, ma vogliamo che ci siano regole ferree perché quello che abbiamo visto in questi anni è scarsa qualità e tantissima ricerca del profitto, per cui è tempo di rivedere le norme sull'accreditamento e anche di cambiare gli statuti di queste università. Non vogliamo più vedere imprenditori privati che con i soldi sottratti agli studenti comprano automobili o altre attività imprenditoriali" sottolinea la parlamentare. Le università telematiche hanno registrato una crescita velocissima: +303,07% di iscritti dal 2015; nel 2022-23 sono stati 251.000, pari all'11,5% del totale (con una maggiore propensione al sud). Parallela è stata la crescita dei profitti: secondo un report dell'Area Studi Mediobanca, l'ebit margin delle telematiche sarebbe tra il 30% e il 40%, a fronte dell'8% delle università statali. "Abbiamo fatto da tempo uno studio sulle telematiche: va regolamentato l'utilizzo di queste università, che vanno riportate a un discorso di concorrenza leale e di qualità relativamente al rapporto docenti-studenti - afferma Pino Di Lullo, segretario nazionale Flc Cgil - Soprattutto abbiamo evidenziato come queste realtà si inseriscano in un sistema, quale quello universitario italiano, troppo debole e che da ultimo ha avuto un ulteriore taglio del finanziamento ordinario, quindi più il sistema pubblico si indebolisce più alcuni interventi non regolamentati rischiano di metterlo in difficoltà. Noi siamo per un rilancio dell'università statale, senza criminalizzare le università telematiche, che però vanno condotte a un sistema di controllo di qualità simile a quello delle università pubbliche" sottolinea il sindacalista.  Alessia Aguiari, dell'esecutivo nazionale Link coordinamento universitario, invece afferma: "Accogliamo con piacere una proposta di questo genere, che chiede di eliminare lo scopo di lucro dalle università private, in quanto crediamo che sia fondamentale avere un sostegno reale all'università pubblica, con più finanziamenti e un investimento reale nella cultura e nella formazione, invece che mercificare il sapere con aziende che lucrano sulla formazione universitaria". Concorda Sabrina Loparco, dell'Unione degli universitari: "Bene questa proposta che si propone di mettere dei confini alle università telematiche, che hanno dei problemi di valutazione, didattica di qualità e libertà accademica, che hanno le caratteristiche di un'azienda e sono lontanissime di bisogni dei cittadini. Non siamo per l'eliminazione delle telematiche ma per la loro regolamentazione". (PO / Roc) ////

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