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ISRAELE ALL’ONU: FINITO
TEMPO DE-ESCALATION

ISRAELE ALL’ONU: FINITO <BR> TEMPO DE-ESCALATION

Nonostante le parole del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che ieri ha dichiarato di essere contrario a un eventuale attacco da parte di Israele alle strutture nucleari dell'Iran come rappresaglia per il bombardamento missilistico lanciato da Teheran sullo Stato ebraico, nonché l’auspicio da parte dell’inquilino della Casa Bianca di una risposta “proporzionata” da parte di Tel Aviv, intervenendo alla riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, l'ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Danny Danon, ha affermato senza giri di parole che “il tempo dei vuoti appelli alla de-escalation è finito”. Per Danon, “il vero volto dell'Iran è quello del terrore, della morte e del caos” e quindi “Non è più una questione di parole” in quanto “L'Iran è un pericolo molto reale e presente per il mondo, e se non verrà fermato, la prossima ondata di missili non sarà puntata solo contro Israele”. Per l’ambasciatore israeliano al Palazzo di vetro, il lancio di missili iraniani contro Israele di martedì ha rappresentato “un attacco a sangue freddo contro 10 milioni di civili” nonché “un atto di aggressione senza precedenti”. Quindi “Israele non si fermerà finché tutti gli ostaggi presi da Hamas e dagli altri terroristi non saranno tornati a casa. “Che il mondo capisca: Israele si difenderà e lo faremo con giustizia e forza”, afferma.

AMBASCIATORE IRANIANO. Replicando a Danon, l’ambasciatore iraniano ha dal canto suo affermato che la repubblica islamica ha “dovuto” lanciare una raffica di missili contro Israele per “ripristinare l’equilibrio” dopo la raffica di attacchi dell’aviazione e dell’intelligence israeliana contro i suoi delegati regionali. Amir Saeid Iravani ha definito l'attacco missilistico come “una risposta necessaria e proporzionata ai continui atti terroristici aggressivi perpetrati da Israele negli ultimi due mesi”. Secondo Iravani, Teheran ha “costantemente perseguito la pace e la stabilità” ma Tel Aviv avrebbe interpretato la moderazione iraniana “non come un gesto di buona volontà ma come una debolezza da sfruttare”. “Ogni atto di moderazione intrapreso dall'Iran ha solo incoraggiato Israele a commettere crimini più grandi e ulteriori atti di aggressione”, ha detto Iravani. “Di conseguenza, la risposta dell'Iran era necessaria per ripristinare l'equilibrio e la deterrenza”.

AMBASCIATORE LIBANESE. A prendere la parola nella notte italiana anche l'ambasciatore libanese all'Onu, Hadi Hachem, il quale ha lanciato un appello per l'applicazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza che avrebbe dovuto porre fine all'ultima guerra Israele-Hezbollah nel 2006. Il documento chiedeva che tutti i gruppi armati, incluso Hezbollah, fossero disarmati e che le forze libanesi fossero schierate al confine meridionale con Israele. Niente di tutto ciò è accaduto. Secondo Hachem, l'attuazione completa della risoluzione sarebbe l'unica soluzione alla guerra in corso e alla "barbara aggressione" di Israele. Il Libano – ha dichiarato – sta effettuando l'arruolamento di 1.500 nuovi soldati per rafforzare la presenza dell'esercito nazionale nel sud. “Oggi il Libano è schiacciato tra la macchina di distruzione israeliana e le ambizioni di altri paesi nella regione”, ha affermato Hachem, alludendo al sostegno dell'Iran a Hezbollah. (3 OTT – DEG)

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