Mark Rutte non ha perso tempo. A due giorni dal suo insediamento al posto di Jens Stoltenberg, il neo segretario della Nato so è recato in visita a Kiev per dimostrare in maniera inequivocabile che l’appoggio dell’Alleanza atlantica alla causa ucraina resta prioritario. “È mia priorità e mio privilegio garantire questo sostegno” da parte dell’Occidente, ha dichiarato Rutte durante una conferenza stampa con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Rutte è stato uno dei sostenitori più attivi dell’Ucraina in Europa dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022, ed è stato descritto come “russofobo” da Mosca. In particolare, ha guidato gli sforzi per dotare Kiev di aerei da combattimento F-16, una decisione descritta come “storica” da Zelensky durante un viaggio nei Paesi Bassi.

Da parte sua, il leader ucraino ha ribadito che il paese invaso resta con ansia in attesa di essere “invitato” ad aderire alla Nato. “Questo – ha detto Zelensky – è da noi considerato un passo molto importante”. Ma, ha riconosciuto, si tratta di uno sviluppo “difficile da ottenere. Ma noi puntiamo a questo risultato e faremo di tutto per ottenerlo”. Il presidente ha aggiunto che “L'Ucraina può diventare il 33esimo paese della Nato. Gli ucraini se lo meritano”. Fatta questa premessa, Zelensky pragmaticamente ha affrontato il capitolo dei rifornimenti bellici, altra priorità nei rapporti con l’Alleanza. L’esercito di Kiev, ha spiegato, “ha bisogno di armi, principalmente missili antiaerei”, compatibili con i sistemi Patriot e STAMP-T. Il presidente ha però accusato l’Occidente di “trascinare” le consegne di missili a lungo raggio, “perdendosi” nel dibattito sul loro utilizzo per colpire la Russia. Tra le armi che servono, ha affermato ancora Zelensky, sono compresi infatti anche i vettori a lungo raggio per colpire le basi di partenza degli attacchi di Mosca. (3 OTT - DEG)