Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Elogio
dei cani sciolti

Elogio <br> dei cani sciolti

di Paolo Pagliaro

Nei  giorni in cui la radio compie 100 anni , e li celebra senza mettersi al riparo da  vanità e autocitazioni, esce un breve  delizioso diario scritto di Ennio Cavalli, in passato giornalista radiofonico e oggi come allora, poeta. Il libro, pubblicato da Rubettino, si intitola “Ci dice tutto il nostro inviato” e parla di un particolare tipo di giornalismo, quello radiofonico, che deve far vedere le cose unicamente con le parole. Cavalli ha raccontato gli anni di piombo, la caduta del muro, le scoperte  dei Nobel e oggi, guardandosi intorno, constata che l’inviato speciale è una figura decaduta, assieme all’aggettivo che la nobilitava. Salvo sporadici casi come i fronti di guerra (che sono d’altronde, il punto peggiore per capire le cause), non è più la pedina che fu. L’Anno dell’Inviato è agli sgoccioli. Inizia l’Anno del Piccione viaggiatore. L’inviato va a vedere, sa guardare, elabora, passa il testimone. Il piccione viaggiatore consegna dispacci, non distingue un chicco di miglio dalle miglia percorse. Non si incontreranno mai, Inviato e Piccione viaggiatore. Troppo distanti in partenza.

E’ giornalista culturale  e scrittore anche Franco Marcoaldi, di cui Einaudi pubblica “Cani sciolti”. Che sarebbero poi  quelli che si chiamano fuori, si sciolgono da inutili servitù e soggezioni, non stanno al gioco, abbandonano, si ritirano nel bosco.  Marcoaldi ne ha incontrati più d’uno, in famiglia, per lavoro  e sui libri, e di tutti – a cominciare dal  padre internato in un lager - racconta  l’anticonformismo e il coraggio, perché non è facile fare il cane sciolto quando la patria chiama

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