di Paolo Pagliaro
Ci sono generali e generali. Quello che comanda i Carabinieri si chiama Teo Luzi e lascia l’incarico in novembre. Dalle cose che dice oggi al Corriere della Sera si capisce che nei quattro anni del suo mandato la sicurezza è stata in buone mani.
Vede che in Italia dilagano tensioni e litigiosità, che prevale l’egoismo, e ai cadetti dell’Accademia di Modena spiega l’importanza dell’altruismo, che significa assistenza e ascolto delle persone anche nelle piccole difficoltà quotidiane. Dice che uno dei problemi principali è la qualità della vita nelle periferie dove a chi ci abita andrebbero garantiti gli stessi diritti di chi vive altrove. Fa l’elenco: Palermo, lo Zen. Bari, San Paolo. Catania, Librino. Genova, Diamante. Bologna, Pilastro. Cagliari, Sant’Elia. Roma, Tor Bella Monaca.
Il comandante generale pensa che le soluzioni stiano anche nella qualità dell’istruzione, nelle strutture sportive, nel decoro di strade e piazze. Le occupazioni abusive non possono essere la risposta al problema della casa, alimentano la percezione che non ci sia lo Stato. Luzi reputa decisivo il tema dell’integrazione dei ragazzi italiani che hanno genitori stranieri. «Sono italiani – dice - Nelle periferie l’integrazione deve essere la regola. Non la fanno le forze di polizia. Si fa con la scuola, con l’avviamento al lavoro. La legge del 1992 sulla cittadinanza non rispecchia più il cambiamento che c’è stato. Tutti i maggiori Paesi in Europa hanno un meccanismo di integrazione e anche l’Italia deve averlo.
Questo sostiene il comandante dell’Arma, confermando appunto che ci sono generali e generali.
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