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JORGE LORENZO, DALLE DUE
ALLE QUATTRO RUOTE

JORGE LORENZO, DALLE DUE <Br> ALLE QUATTRO RUOTE

La passione per la moto, il rapporto con i genitori, il motomondiale ieri e oggi. Jorge Lorenzo, leggenda della MotoGP e pilota GT, ha portato l’energia delle due e delle quattro ruote sul palco del Teatro Sociale, al Festival dello Sport. Dialogando con Paolo Ianieri e Rachele Sangiuliano, ha raccontato della scintilla scoccata per i motori e per le due ruote in particolare, ma non solo. “Mi sono avvicinato ai motori – ha spiegato – perché mio padre era meccanico e correva a livello amatoriale. Quando ho voluto vedere le moto in un negozio lui ha capito che forse avrei potuto realizzare ciò che lui non era riuscito a fare: diventare professionista. Mi ha costruito una prima moto con dei pezzi trovati sul lavoro”. “Io volevo essere campione del mondo – ha aggiunto Lorenzo – e quando i miei genitori si sono separati ho scelto di andare con mio padre, perché sapevo che avrei potuto continuare ad andare in moto. Mio padre è testardo, più di me, ma mi ha insegnato la disciplina, la serietà e ad essere sincero”. Una testardaggine che si è tradotta in successi: Lorenzo ha conquistato due titoli mondiali nella 250 con l’Aprilia e tre in MotoGP con la Yamaha. Nella classe regina ha vinto 47 volte, ottenendo 152 podi e 69 pole in 296 gare, con avversari come Rossi, Stoner e Pedrosa. Li chiamavano “i fantastici quattro”. E con Rossi, Jorge Lorenzo ha condiviso l’esperienza in Yamaha, come compagno di team. “Entrambi avremmo vinto di più se non ci fosse stato l’altro”, ha detto Lorenzo. “Oggi con Valentino ho un rapporto cordiale, di rispetto reciproco. Ha anche il merito di aver avvicinato molto pubblico al motomondiale”. Fra i tanti ricordi di carriera, il primo mondiale in MotoGP. “Quando ho vinto il mio primo titolo è stato il giorno più felice della mia vita. Vincere in MotoGP è il massimo che un pilota possa ottenere. Prima della gara decisiva avvertivo pressione, paura, timore di guasti meccanici. Al momento di entrare in pista, il sistema di avviamento della moto non funzionava. Hanno risolto poco prima che chiudessero l’accesso al circuito”. Ci sono anche i rimpianti, come quelli per il rapporto con la Ducati, finito forse troppo presto, tanto che Lorenzo si è commosso ascoltando sul palco del Sociale il video messaggio di saluto di Gigi Dall’Igna, General Manager di Ducati Corse. E poi un’analisi del motomondiale oggi, ancora pericoloso nonostante i tanti dispositivi di sicurezza, perché si va sempre più forte. Si è parlato anche del presente di Lorenzo: oggi la nuova sfida con l’Aston Martin Vantage GT3 della scuderia L&A Infinity. “La macchina è più comoda”, ha spiegato Lorenzo, “perdona di più gli errori e non serve essere in grande forma fisica.” E accanto ai motori, anche l’attività di podcaster. “Chi mi sarebbe piaciuto intervistare? Ayrton Senna e Muhammad Alì”, ha risposto Lorenzo. “Oggi intervisterei Michael Jordan”.
FOTO. Archivio Ufficio Stampa PAT – Nicola Eccher

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