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direttore Paolo Pagliaro

''SU FITTO PREVALGA
INTERESSE NAZIONALE''

''SU FITTO PREVALGA <BR> INTERESSE NAZIONALE''

Quello raggiunto sulla nuova Commissione è "un risultato che credo debba inorgoglire tutta la Nazione, non solo i partiti della maggioranza. Ed è la ragione per cui mi auguro che tutte le forze politiche italiane si facciano parte attiva presso le proprie famiglie politiche europee affinché questo risultato, così importante per la nostra Nazione, possa essere raggiunto rapidamente e senza inciampi, per consentire alla Commissione, in un momento così delicato, di essere pienamente funzionante dal primo dicembre. Non mancheranno le occasioni per dividerci nel corso di questa legislatura europea su tanti temi su cui le diverse forze politiche hanno opinioni spesso radicalmente diverse, ma di fronte all’affermazione dell’interesse nazionale credo che abbiamo il dovere di essere uniti". Così il premier Giorgia Meloni, nelle sue comunicazioni in Parlamento in vista del Consiglio europeo del 17-18 ottobre, auspicando unità tra gli europarlamentari italiani sulla figura di Raffaele Fitto. In sede di replica a Palazzo Madama, il premier torna sull'argomento: Meloni si dice certa del sostegno del Pd alla nuova commissione e al conferimento di una vicepresidenza esecutiva all'Italia, ma al contempo rileva: "Il gruppo dei socialisti ha cercato di far spostare l'audizione del commissario Fitto come ultimo dei vicepresidenti, dicendo apertamente che il gruppo dei socialisti europei non avrebbe accettato che all'Italia venisse riconosciuta una vicepresidenza esecutiva, mi aspetto che la loro posizione cambi". Secondo il premier,  "la delega del Pnrr, secondo le indicazioni della Presidente, dovrà essere esercitata congiuntamente con il Commissario Dombrovskis, e qualcuno ha letto in questo affiancamento una sorta di 'ipoteca rigorista', mentre io credo che questa stretta collaborazione di carattere paritario rappresenti piuttosto l’opportunità per il commissario italiano di far valere le ragioni di una necessaria, maggiore flessibilità, sugli investimenti. Una posizione storicamente italiana che ha trovato soltanto un primo, parziale, accoglimento nella riforma del Patto di stabilità appena entrata in vigore". Meloni si dice infine d'accordo con Mario Draghi "quando scrive, nel suo rapporto, che gli ambiziosi obiettivi ambientali che ci siamo posti devono essere accompagnati da maggiori risorse pubbliche e private, da investimenti adeguati e da un piano coerente per raggiungerli, altrimenti la transizione energetica ed ambientale andrà a scapito della competitività e della crescita", invitando a "verificare la possibilità di nuovi strumenti di debito comune". Sull'automotive, secondo Meloni, "si deve avere il coraggio di riaprire la partita, e di perseguire, al contempo, la strada della neutralità tecnologica, sostenendo anche quelle tecnologie e quelle filiere - come i biocarburanti - nelle quali l’Italia e l’Europa possono giocare un ruolo da protagonisti". Parlando di immigrazione, il premier assicura che le "due strutture previste dal Protocollo - il centro di Shengjin e il centro di Gjader – sono ora pronte e operative, ci siamo presi del tempo in più - spiega - perché tutto fosse fatto nel migliore dei modi, ma siamo molto soddisfatti dei risultati di questo lavoro". E attacca la ong Sea Watch: "Considero vergognoso che definisca le guardie costiere 'i veri trafficanti di uomini', volendo delegittimare tutte quelle degli Stati del nord Africa, e magari anche quella italiana". Tra i temi dell'intervento le grandi questioni internazionali, dall'Ucraina al Medio Oriente.  "Non ci rassegniamo, come pure in molti suggeriscono, all’idea di abbandonare l’Ucraina" assicura il premier, che invece sottolinea come "non si possa considerare accettabile" l'attacco a Unifil di Israele.  "E' previsto che io vada in Libano, così come il ministro Tajani si sta preparando per andare in Israele e Palestina la settimana prossima" informa il premier in sede di replica. Nel finale, l'attacco frontale al M5S: "Credo che sia veramente irresponsabile nello scenario che stiamo vivendo far credere ai giovani italiani che andranno in guerra in Ucraina per cercare di raggranellare qualche voto. La leggerezza con la quale il M5S affronta le crisi internazionali è pari solo alla leggerezza con la quale ha affrontato il bilancio dello Stato quando era al governo. Ci vuole una maschera di ferro ad accusare questo governo di gettare i soldi dalla finestra, anche volendo non potrebbe farlo perché li avete già gettati tutti voi, lasciandoci 200 mld di debito da pagare...".

(© 9Colonne - citare la fonte)