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direttore Paolo Pagliaro

Tra arte e migrazioni con l’arte di Nadir Zarour

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Tra arte e migrazioni con l’arte di Nadir Zarour

Tra arte e migrazioni: dallo scorso 15 ottobre fino al 15 novembre, il Museo di Arte Moderna Mario Rimoldi di Cortina d’Ampezzo presenta la mostra “Nadir Zarour: New Paintings”, prima personale dell’artista autodidatta di origine algerina e residente nel Regno Unito. Affrontando temi quali la migrazione e la complessità delle connessioni umane, l’intenso corpus di 21 dipinti di medie e grandi dimensioni offre la rara opportunità di avvicinarsi allo spirito vibrante e resiliente di un artista la cui voce è tanto personale quanto universale. I suoi dipinti sono profondamente influenzati dal fenomeno della sovrappopolazione, dal ritmo frenetico della vita urbana moderna e dal conseguente senso di alienazione che queste circostanze comportano. Tali eventi sono particolarmente sentiti da Zarour che, in quanto immigrato in un paese straniero, affronta la duplice sfida dell'assimilazione e dell'appartenenza, ulteriormente intensificata dalla sua battaglia personale contro il cancro. Questa convergenza di esperienze ha instillato in Zarour una profonda urgenza di connettersi con gli altri, per trovare ed esprimere un senso in mezzo al disordine. Le sue opere, che riflettono sul fenomeno del viaggio inteso sia come trasferimento tra continenti, sia - in senso più lato - come spostamento all’interno di contesti urbani, trasmettono un potente messaggio di resistenza e speranza, celebrando la vitalità e la ricchezza che emergono dalla diversità culturale e dall’energia collettiva degli incontri umani. Le tele di Zarour sono dinamiche e vitali grazie al brulicare di colori vibranti, di giochi di linee intrecciate e divergenti che disegnano moltitudini di figure, e alla tecnica scelta, la mano libera, che delinea sia composizioni astratte che figurative. In “Nadir Zarour: New Paintings”, si trova un incoraggiante invito a riflettere sulle intersezioni delle narrazioni personali e collettive e sulla forza duratura delle connessioni che nascono dalla fusione di culture diverse. Nadir Zarour è nato e cresciuto ad Algeri. Ha ereditato la passione per l'arte dal padre, abile falegname che lo ha immerso nell'artigianato fin dalla giovane età. Tuttavia, solo in età adulta si dedica completamente all'affinamento dei suoi talenti artistici, in particolare della scultura e della pittura su legno. Dopo essersi stabilito nel Regno Unito all'inizio degli anni 2000, Zarour si destreggia tra diversi lavori e impegni familiari, affinando in silenzio la sua arte. Attraversa un momento cruciale nel 2017 quando riceve una diagnosi di un cancro ai polmoni. La malattia modifica profondamente la sua visione della vita. Di fronte alla mortalità e agli effetti estenuanti delle cure mediche, Zarour si sente obbligato a dare priorità a ciò che ama di più: la sua arte. (gci)

“NASCITA DI UN QUADRO”: A BOLOGNA PROTAGONISTA FILIPPO DE PISIS

È dedicata a Filippo de Pisis (Ferrara, 11 maggio 1896 – Milano, 2 aprile 1956), protagonista italiano dell’arte del Novecento, raffinato pittore e letterato, esponente di una pittura incastonata tra il simbolismo e la metafisica, la mostra “Filippo de Pisis. Nascita di un quadro” che CUBO, Museo d’impresa del Gruppo Unipol, apre a Bologna dal 18 ottobre al 18 gennaio 2025. La mostra nasce dalla collaborazione con l’Associazione per Filippo de Pisis, archivio e centro di ricerca dedicato alla vita e all’opera del Maestro, ed è curata da Ilaria Bignotti e da Maddalena Tibertelli de Pisis. Il progetto espositivo approfondisce alcuni aspetti ancora inediti della ricerca artistica e del portato culturale di de Pisis, accostando circa quindici dipinti a brani letterari, poetici e critici, di suo pugno, selezionati tra i suoi scritti. (gci)

A FIRENZE L’ATTESA ESPOSIZIONE “MICHELANGELO E IL POTERE”

Una mostra molto attesa sbarca a Firenze: dal 18 ottobre al 26 gennaio 2025 Palazzo Vecchio accoglierà l’esposizione “Michelangelo e il Potere”, a cura di Cristina Acidini e Sergio Risaliti, promossa dal Comune di Firenze in collaborazione con Fondazione Casa Buonarroti e organizzata dalla Fondazione MUS.E. Il progetto e la direzione dell’allestimento sono curati dall’architetto Guido Ciompi, in collaborazione con l’architetto Gianluca Conte dello studio Guido Ciompi & partners. (gci)

APPUNTAMENTO CON LA CERAMICA DI ENRICO BAJ

Sosteneva che la ceramica fosse “l’ideale della materia” e l’arte a lui più affine dopo la pittura. In occasione dei 100 anni dalla nascita di Enrico Baj (Milano, 31 ottobre 1924 – Vergiate, 16 giugno 2003), tra i principali protagonisti dell’arte italiana del Novecento, dallo scorso 8 ottobre al 9 febbraio 2025, il Museo della Ceramica di Savona e il MuDA – Museo Diffuso Albisola di Albissola Marina, nelle sedi del Centro Esposizioni e di Casa Museo Jorn, ospitano “BAJ. BajchezBaj”. Un’esposizione diffusa, a cura di Luca Bochicchio e dei curatori dei musei, che vedrà al centro l'opera ceramica di Baj in tutto il suo sviluppo storico e cronologico, con un approfondimento tematico sull’Incontro Internazionale della Ceramica del 1954. Le tre sedi funzioneranno come capsule del tempo, invertendo le rotte di un percorso storico che ha visto Baj lavorare con l’argilla e gli smalti da Albisola nel 1954 fino a Castellamonte nel 1994, passando per Laveno (1955), Imola e Faenza nei primi Anni ’80 e ’90. Del rapporto tra Enrico Baj, Asger Jorn e il resto della compagine internazionale post-surrealista si occuperà una specifica sezione al Museo della Ceramica di Savona, dedicata all’Incontro Internazionale della Ceramica del 1954, di cui, sempre nel 2024, ricorrono i settant’anni. Al Centro Esposizioni MuDA di Albissola Marina saranno allestite le grandi e coloratissime ceramiche figurative e mitologiche della fase kitsch, realizzate alla Bottega Gatti di Faenza nei primi Anni ’90. Alcune di queste opere, così come le grottesche maschere tribali prodotte a Castellamonte, troveranno spazio nelle altre sedi museali, in un allestimento sincronico basato sui dialoghi tra le opere di diverse epoche, a dimostrazione dei passaggi ma anche della grande coerenza espressiva che contraddistinguono la scultura ceramica di Baj. “BAJ. Baj chez Baj” è anche a Palazzo Reale a Milano, con il catalogo unico edito da Electa. In occasione del centenario della nascita dell’artista milanese, e sempre sotto il titolo di “BAJ. Baj chez Baj”, è stata inaugurata l’8 ottobre un’ampia retrospettiva promossa dal Comune di Milano-Cultura, prodotta da Palazzo Reale con Electa, e curata da Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj con quasi cinquanta opere distillate in un arco temporale che dai primi anni Cinquanta giunge all’alba del Duemila. La collaborazione scientifica tra Savona e Milano, tra i curatori e le istituzioni coinvolte, ambisce a disegnare due itinerari autonomi ma complementari, capaci di rendere omaggio al genio eclettico di Baj, documentati nel catalogo unico, edito da Electa, nel quale i due percorsi espositivi si dipanano fra luoghi, forme, materiali e incontri, percorrendo l’affascinante cosmogonia di Baj, epifania di intelligenza e creatività. (gci)

A FIRENZE L’INSTALLAZIONE DEL DUO OLANDESE DRIFT

Nell’ambito del programma Palazzo Strozzi Future Art, in collaborazione con la Fondazione Hillary Merkus Recordati, Palazzo Strozzi a Firenze presenta una spettacolare installazione site-specific nel cortile rinascimentale, realizzata dal duo olandese DRIFT. Celebri per installazioni, opere e progetti performativi che uniscono arte e tecnologia, DRIFT offre una nuova prospettiva sull’interazione tra uomo, natura e spazio. L’installazione invita a reimmaginare il contesto storico di Palazzo Strozzi come un luogo di esplorazione contemporanea. Ogni visitatore diventa protagonista attivo di un’esperienza immersiva e multisensoriale, che apre a una riflessione sul nostro rapporto con la natura e lo spazio che ci circonda. Il cortile si trasforma in un palcoscenico dove arte, scienza e tecnologia dialogano in modo poetico e coinvolgente. La collaborazione, la sperimentazione tecnologica e la commistione tra discipline sono elementi chiave nel lavoro di DRIFT. Il duo lavora in stretta sinergia con scienziati, programmatori, musicisti, danzatori e altri artisti visivi per creare opere che esplorano temi come l’interazione tra natura e tecnologia, il rapporto tra conoscenza e intuizione, e il dialogo tra scienza e poesia. Fondato ad Amsterdam nel 2007 da Lonneke Gordijn e Ralph Nauta, DRIFT è noto per le sue installazioni interattive che intrecciano temi ambientali, natura umana e tecnologia. Le loro opere, spesso ispirate a fenomeni naturali, offrono esperienze poetiche e meditative, invitando il pubblico a riflettere sulla relazione tra l’individuo e la collettività e sull’impatto della tecnologia nella società. Il lavoro di DRIFT si basa su una costante ricerca e sperimentazione, collaborando con esperti di vari campi per realizzare progetti immersivi e totalizzanti. Il loro obiettivo è creare un dialogo tra opposti, tra natura e artificio, scienza e poesia, proponendo una nuova visione del mondo attraverso l’arte. (gci)

NELLA FOTO. Nadir Zarour, Crowd 2, 2020, Acrylic and Mix Media on Canvas, 150x120cm (dettaglio)

(© 9Colonne - citare la fonte)