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MIGRANTI E GIUSTIZIA
TENSIONE ALLE STELLE

 MIGRANTI E GIUSTIZIA  <br> TENSIONE ALLE STELLE

La tensione, sul fronte migranti e giustizia, era già molto alta. Le parole del presidente del Senato, Ignazio La Russa, in una intervista a Repubblica, che seguono quelle del ministro della Giustizia Carlo Nordio, l’hanno mandata alle stelle, nella giornata che porterà al varo da parte del Consiglio dei ministri di un provvedimento che proverà a porre rimedio strutturale alla mancata convalida da parte del tribunale di Roma del trattenimento dei 12 bengalesi ed egiziani nei centri costruiti in Albania.  “La destra, che vuole governare, vorrebbe rispetto per le prerogative della politica – dice La Russa - Ed è per questo che dobbiamo chiarire questa zona grigia. Perché altrimenti non si capisce quale sia il confine tra le funzioni della giustizia e quelle della politica. Insieme, in modo concorde – maggioranza, opposizione, magistrati – dobbiamo perimetrare questi ambiti. Se la Costituzione non appare sufficientemente chiara, si può chiarire meglio”.   Parole che creano un solo tra maggioranza e opposizione: “se le premesse sono queste, nessuna collaborazione con il governo” avvisa la segretaria Pd Elly Schlein a Agorà. “Chi sta andando oltre le proprie prerogative è proprio questo governo, che vorrebbe rimettere mano alla Costituzione per cancellare il principio di separazione dei poteri”. Secondo Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia in Senato, “quello che dice il presidente La Russa deriva da ciò che si vede tutti i giorni ed è anche coerente con l’appello del Capo dello Stato, perché ci devono essere dei confini chiari tra giustizia e politica. Quando non ci sono emergono i problemi”.

Nella polemica politica interviene anche l’Asgi, l’associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, che ricorda che “il trattenimento di persone straniere nei Centri per il rimpatrio (CPR) è una misura che limita la libertà personale e può avvenire solo se previsto dalla legge, principalmente ad opera dell’autorità giudiziaria” che “la Corte di giustizia dell’Unione europea, ha escluso che un Paese di origine dei richiedenti asilo possa essere ritenuto sicuro se parti del suo territorio o categorie di persone sono a rischio per vari motivi” e che invece, anche se l’ultimo decreto ministeriale li ritiene paesi sicuri, le schede paese allegate ai singoli Paesi indicano parti del territorio o categorie di persone per le quali non è garantita la sicurezza per Algeria, Bangladesh, Camerun, Colombia, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Marocco, Nigeria, Perù, Senegal, Sri Lanka e Tunisia”, ovvero anche i due Paesi da cui provengono i 12 migranti portati in Albania. Unendo questi punti, spiega Asgi “è incontrovertibile che il Tribunale di Roma dovesse non convalidare i trattenimenti dei dodici richiedenti asilo”. E’ proprio qui che il governo, nel cdm di oggi, cercherà di intervenire.

(Sis)

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