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direttore Paolo Pagliaro

DI LODOVICO: MASI FILM
VIVAIO NUOVI TALENTI

DI LODOVICO: MASI FILM <BR> VIVAIO NUOVI TALENTI

“Il cinema è uno specchio dipinto“. Non a caso questa frase di Ettore Scola campeggia nel sito web di Masi Film. Una fucina di film, serie tv, spot pubblicitari, spesso con sinergie internazionali, che ben si ritrova nella simbologia dello specchio, essenza della settima arte, porta che apre ad una pluralità di sguardi capaci di interpretare e riflettere il presente di chi guarda. Fondata da Massimiliano Di Lodovico nel 2013, a soli 35 anni, è tra le società di produzione che sta crescendo di più nel settore audiovisivo nazionale, con un tasso di crescita di ben il 300%. Ne è riprova il fatto che sta ponendo le basi - grazie al nuovo assetto societario, dal 2022, con Indigo Film (11% del capitale) e l’holding Aliante Industrial (25%) - per creare a breve un polo nazionale all’avanguardia di studi e teatri di posa. Un ecosistema innovativo in grado di attrarre le grandi produzioni d’oltreoceano ed offrire un humus di sinergie internazionale al vero e proprio “vivaio” di registi, sceneggiatori e produttori che Masi Film sta facendo crescere con le sue diversificate produzioni (tra i tanti spicca Valentina Bertuzzi, cineasta che, spaziando dal cinema alla tv, ai nuovi media sta dando nuova linfa vitale ai generi dell’horror psicologico e del mistery). Dal 2020 Di Lodovico, con una visione cinematografica di ampio respiro, ha creato una unit dedicata anche al settore pubblicitario producendo dei fashion short film, veri e propri cortometraggi per grandi brand, da Nestlè a Gilette, da Bulgari a Nivea, esperienza a cui Di Lodovico è approdato dopo il successo nel 2014 del noir “L'Errore” di Brando De Sica (figlio di Christian e nipote di Carlo Verdone), con protagonista Catrinel Marlon – ex modella Armani ed già attrice ne La città ideale, esordio registico di Luigi Lo Cascio - per il lancio del suo marchio di borse Catherinelle che ha vinto il fashion film festival Asvoff di Parigi ed un Nastro d’Argento come miglior cortometraggio. “Stiamo lavorando tantissimo e ne siamo molto felici – spiega nella videointervista del format ‘Ciak, Azione!’ di 9 colonne -. Quello dell’advertising e del cinema sono due mondi che possono viaggiare in parallelo perché la pubblicità si può raccontare sempre attraverso delle storie ed è sempre attraverso delle storie che si arriva al cuore dell’utente finale”. E, alla parte emozionale degli spettatori, Di Lodovico ha puntato anche sul “campo” rivelando, a Roma, una sala cinematografica, dopo anni di chiusura. “E abbiamo in mente di rilevarne altre perché è questo il modo per dare la possibilità alla gente e soprattutto ai giovani di ritornare in sala. In questo senso ci battiamo veramente sul quotidiano – prosegue -. Quando abbiamo acquistato il ‘Caravaggio’ avevano chiuso in contemporanea cinque sale a Parioli, un quartiere borghese, di amanti della cultura. Abbiamo aperto il cinema proprio sulla richiesta degli abitanti ed infatti lavoriamo molto anche sul pomeridiano. Non è certo un business, gli incassi non sono alti ma ci sentiamo in dovere di dare la possibilità alle persone di tornare al cinema. Inoltre il lunedì è il giorno del cineclub in cui coinvolgiamo registi e sceneggiatori per aprire un confronto, uno scambio di idee che serve anche a noi per capire quali film ci chiedono il pubblico, la cui opinione va sempre considerata. Poi cerchiamo di programmare dei film che possono essere alla portata di tutti, specie dei giovani che purtroppo con cellulari, ipad e quant'altro non vedono più neanche la tv e non vanno neanche in sala, che invece va riscoperto come luogo di cultura, amore e passione. E per farlo si deve anche intervenire sui tempi di presenza dei film in sala: in passato, dalla loro uscita all’arrivo in televisione passavano mesi mentre ora, dopo solo due settimane, sono già in piattaforma. E questo non è possibile”. 

Da imprenditore a tutto tondo nel campo dell’audiovisivo, il giudizio di Massimiliano Di Lodovico sulla nuova e discussa legge sul tax credit, è apertamente negativo: “Hanno stretto in una morsa le piccole ed anche medie società di cinema perché il tax credit al 40% rimane sì ma con tutta una serie di paletti stringenti. Mi auguro che ci sia una rivisitazione di questo decreto che permetta a tutti - ed in particolar modo alle società indipendenti - di poter realizzare i propri progetti. Ricordiamo che stiamo vivendo un momento storico per il cinema italiano, con forti creatività, tantissimi giovani talenti che stanno scrivendo ed allo stesso tempo dirigono delle opere prime veramente interessanti e che hanno anche un respiro internazionale. Inoltre non dimentichiamoci che veniamo dal periodo della pandemia che aveva messo in ginocchio il cinema e anche le sale cinematografiche. Quindi, ora che siamo rinati, dobbiamo avere assolutamente il sostegno del governo, come d’altronde accade nel resto del mondo”.  “Il nostro approccio al cinema indipendente è quello di cercare di dare la possibilità a dei giovani talenti di poter emergere e soprattutto di poter raccontare la loro storia” spiega Massimiliano Di Lodovico. Il primo film prodotto, nel 2011, è la commedia “Febbre da fieno” di Laura Luchetti, insieme alla Walt Disney,  che vince tra l’altro il New York Metropolitan Film Festival, film “che ha avuto un successo incredibile perché abbiamo vinto tantissimi Festival in quel periodo quando c'erano tante opere prime anch'esse molto interessanti” sottolinea il produttore che ha anche accompagnato l’esordio alla regia, nel 2013, di Alessandro Gassmann con il suo drammatico “Razzabastarda”, cruda opera sull’immigrazione, candidata ai Nastri d’argento, ai David di Donatello ed ai  Globo d’Oro. Sempre una sua produzione uscita nel 2013 è “Il turno di notte lo fanno le stelle” di Edoardo Ponti, da un racconto di Erri de Luca, che conquista lo stesso anno anche il Nastro d’argento come miglior cortometraggio ed entra nella short list dei Premi Oscar.  Un successo produttivo che nello stesso anno porta Di Lodovico a vincere il premio come migliore produttore al Festival del Cinema di Roma, ed a fondare la sua Masi Film. “Un film che arriva al cuore” si leggeva nella motivazione con cui la giuria del Tribeca Film Festival premiò come miglior cortometraggio la pellicola del figlio di Sophia Loren, con le intense interpretazioni di Enrico Lo Verso e Nastassja Kinski. Ma da sempre la leva emozionale accompagna le produzioni seguite da Di Lodovico (che peraltro è promotore di iniziative di beneficenza a partire della fondazione nel 2008 di Romaforyou Onlus di cui produce spot e raccolte fondi per la realizzazione di pozzi d'acqua in Africa insieme a Delfina Delettrez Fendi, designer di gioielli e quarta generazione della maison).

Tra i numerosi titoli della produzione filmica di Masi Film spicca il cortometraggio “La voce umana”, ancora di Edoardo Ponti, con lo struggente monologo amoroso di Jean Cocteau, già interpretato da Anna Magnani, che è valso a Sophia Loren nel 2014 Il Premio David di Donatello speciale oltre a numerosi altri riconoscimenti (“ovviamente il progetto era bello ma con Sophia Loren è stata tutta una magia differente” sottolinea Di Lodovico). E ancora, il documentario sull’influencer Gianluca Vacchi del 2021 girato da Tommaso Deboni. Ma spiccano anche scommesse vincenti su autori esordienti (come “L'uovo” diretto da Daniele Grassetti nl 2022), una delle caratteristiche fondanti di Masi Film insieme al deciso sostegno alle registe donne. Ne è un esempio il recente “Girasoli”, acclamato al Torino Film Festival, opera prima di Catrinel Marlon, che vede l’esordio nel lungometraggio di Gaia Girace (già ne L’amica Geniale), coproduzione con Rai Cinema, Lumina Mgr (di Roberto Zaccaria, ex presidente Rai e di Monica Guerritore, attrice anche nel film), la rumena Mobra Film e la belga Gapbusters. “Cerchiamo sempre di raccontare delle storie vere e questa deriva da una stessa esperienza familiare della regista, di cui è stata protagonista la zia. Siamo stati felici di produrre questa opera molto impegnativa che tratta della malattia mentale nei bambini - patologia che negli anni della legge Basaglia non era presa in considerazione in modo corretto - perché crediamo che il ruolo del cinema debba tornare a essere non solo quello di intrattenere ma anche di porre domande ed arricchire il dibattito. Oggi ovviamente tutto è cambiato, si cura nella dovuta maniera ma nel passato non è stato così e ci siamo sentiti in dovere di dare voce a persone che hanno subito traumi così gravi”. E sempre al dramma degli ospedali psichiatrici e ad una inedita pagina della storia della seconda guerra mondiale, scoperta dall’archivista Gaetano Pretaglia cui ha dedicato il libro “La matta di piazza Giudia”, è il film in produzione dedicato appunto ad Elena Di Porto, ebrea romana che ribelle negli anni del fascismo venne strappata ai figli ed internata in vari manicomi e che all’alba del 16 ottobre 1943 provò ad avvertire il ghetto di Roma del rastrellamento delle Ss e per non lasciare i nipotini già caricati su un camion gli corre dietro finendo anch’essa deportata e morta ad Auschwitz. Infine, nella risposta alla domanda finale di rito di “Ciak, Azione!” la dimostrazione di quanto Di Lodovico sia un produttore innovativo ma con valori fondati nella tradizione del cinema nazionale: “I tre film da salvare? “Ladri di biciclette”, un capolavoro. Poi sono appassionato sia di Paolo Sorrentino che di Matteo Garrone e quindi vado su due dei primi lavori dei nostri registi ora di punta: L’uomo in più e L'imbalsamatore. Entrambi hanno fatto poi film bellissimi ma questi due, secondo me, raccontano chi sono loro e se anche li vedi vent'anni dopo li trovi sempre attuali, sempre belli”. (22 ott - red)     

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