Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

UN DEMANIO DATA DRIVEN
CON IA E DIGITALIZZAZIONE

UN DEMANIO DATA DRIVEN <br> CON IA E DIGITALIZZAZIONE

- Sfruttare la tecnologia e l’intelligenza artificiale pragmaticamente, come strumento al servizio del cittadino per valutare bisogni e opportunità, dominandole senza esserne dominati. In un’epoca di progressi rapidissimi e di corsa alla regolamentazione dell’IA, soprattutto generativa, per evitarne possibili distorsioni, l’Agenzia del Demanio apre un confronto su digitalizzazione e innovazione tecnologica per un gestione del patrimonio immobiliare dello Stato “che tenga sempre al centro l'uomo, la sua sensibilità, coniugando la modernità con un patrimonio storico e artistico che serva a supportare l’identità del cittadino”, come spiega il direttore generale, Alessandra Dal Verme. E che mantenga l’Agenzia sulla strada (già avviata con la Carta d’Identità digitale dell’immobile lanciata lo scorso anno), di vera data driven company pubblica all’avanguardia, in grado, anche grazie alla gestione dei dati, di creare valore economico, sociale, ambientale attraverso un patrimonio gestito che conta circa 44 mila beni immobili. Innovazione, digitalizzazione, sostenibilità, sono le tre parole chiave della doppia tavola rotonda sulla gestione degli immobili pubblici, in cui l’Agenzia del Demanio ha dialogato oggi con partner come Cnr, Agid, Sogei ed esperti del mondo dell’università e della ricerca e dell’ingegneria. Dal Building Information Modeling alla Digital Twin (la creazione di gemelli digitali degli edifici e delle città e di scenari complessi, che consente di prendere decisioni più consapevoli) passando per il più noto concetto di Smart Building e dall’intelligenza artificiale: questi i modelli e gli strumenti passati in rassegna, utili a un miglioramento di conoscenza e gestione degli immobili pubblici, di qualità della progettazione, di pianificazione degli interventi e di aumento di efficacia e trasparenza nei processi decisionali sugli investimenti su un patrimonio che di per sé vale circa 63 miliardi di euro, ma potenzialmente in grado di creare molto altro valore aggiunto.

 “La nostra visione è quella di dare centralità all'utenza: amministrazioni pubbliche, cittadini e collettività, coloro che occupano gli immobili – spiega il dg Dal Verme - E un edificio per essere vivo deve essere attraente e moderno”: migliorare la qualità dei dati è il primo passo per elaborare informazioni complesse e integrare piattaforme e banche dati. Dati “che ci aiutano in una progettazione di qualità di ogni componente del progetto. L’uso delle nuove tecnologie permette di aumentare la conoscenza dell'immobile e di gestirlo in modo innovativo, di prendere decisioni più consapevoli, più mirate, più condivise con i territori. Di migliorare sostenibilità e resilienza del patrimonio dello Stato in considerazione della crisi climatica e degli eventi estremi”. Per questo l’Agenzia sperimenta l’applicazione dell’intelligenza artificiale in diversi campi, tra cui un sistema di analisi e previsione, applicato ai valori immobiliari e ai canoni di locazione, offrendo un supporto avanzato per le decisioni operative. E un sistema di analisi predittiva, applicato all’efficientamento energetico, agli interventi manutentivi e di riqualificazione e alla pianificazione dei progetti gestiti dall’Agenzia stessa: dati territoriali e di contesto che, anche grazie all’uso della sensoristica per monitorare parametri fisici e ambientali in tempo reale, aiutano a prevenire rischi e garantire sicurezza e benessere. Come ribadisce Massimo Bollati, direttore per la Trasformazione digitale dell’Agenzia del Demanio, “la tecnologia è il compimento del nostro operato quotidiano: vogliamo costruire un futuro in cui scienza e umanità lavorano insieme per un obiettivo comune”. Un grande sforzo di competitività e ricerca che dovrebbe essere d’esempio nel pubblico, come sottolineato anche dalla Presidente del Consiglio nazionale della ricerca, Maria Chiara Carrozza secondo la quale “oggi la scienza e la ricerca vivono un momento di particolare crescita e l’intelligenza artificiale  è grandissimo acceleratore di scoperte. E’ impensabile che un Paese che vuole rimanere leader del manifatturiero e con una solida industria non pensi a quanto questi strumenti siano importanti per il nostro futuro e la competitività delle nostre imprese. Se vogliamo pensare al futuro dobbiamo attrezzarci con gli strumenti della ricerca”.  

 

(PO / Sis)

 

 

 

 

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