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direttore Paolo Pagliaro

GAZA, L’ENNESIMA
STRAGE DI PROFUGHI

GAZA, L’ENNESIMA <BR> STRAGE DI PROFUGHI

“Un massacro di massa”. Così la protezione civile di Gaza, sotto il controllo di Hamas, ha definito il probabile esito della serie di bombardamenti che – ha sottolineato la stessa fonte – nella giornata di ieri le forze armata israeliane in una serie di attacchi hanno raso al suolo una dozzina di edifici residenziali nel campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia, dove almeno 400mila sono di fatto intrappolate nella morsa delle operazioni militari condotte dallo Stato ebraico nonostante i ripetuti appelli alla salvaguardia dei civili da parte della comunità internazionale. Non ci sono al momento stime certe del numero delle vittime, ma l’agenzia palestinese Wafa riferisce di circa 150 tra morti e feriti. È certo comunque che quella di ieri sia stata una giornata estremamente sanguinosa nell’enclave martoriata: altre decine di persone sono state infatti uccise in una serie di attacchi. Tra queste, almeno 18 sono hanno perso la vita nel bombardamento di una scuola trasformata in rifugio nel campo profughi di Nuseirat, nella zona centrale di Gaza, dove centinaia di palestinesi avevano trovato rifugio. Poco dopo, un altro attacco nel vicino campo di Maghazi ha ucciso e ferito un numero ancora imprecisato di civili.

LIBANO. UCCISI 3 GIORNALISTI. Intanto, l’agenzia di stampa libanese NNA ha annunciato nella notte la morte di tre giornalisti in un bombardamento israeliano nel sud-est del Paese. Il media statale ha parlato “della morte di tre giornalisti in un attacco israeliano su Hasbaya”, precisando che  “aerei da guerra israeliani hanno effettuato un raid alle 3:30 [2:30 in Italia] sul confine libanese-siriano” . Secondo i media locali, l’attacco ha colpito un albergo a Hasbaya, una cinquantina di chilometri a sud di Beirut. I media hanno anche riferito di attacchi aerei israeliani contro la periferia meridionale di Beirut. Il raid più violento ha avuto luogo a Choueifat Al-Amrousieh, dove sono stati distrutti due edifici. Sempre secondo la NNA, una fitta nube di fumo nero ha coperto la zona. Bombardato anche il quartiere di Sainte-Thérèse, dove i missili hanno provocato il crollo di due edifici vicino al Consiglio Costituzionale. Da parte sua, il ministero della Sanità libanese riferisce della morte di almeno dodici persone, tra cui tre bambini, che hanno perso la vita in seguito ai bombardamenti israeliani su due villaggi nel Libano orientale. “Un attacco nemico israeliano sul villaggio di Al-Khodr nel distretto di Baalbek-Hermel ha provocato la morte di sette persone, tra cui tre bambini”, ha annunciato il dicastero in una nota. Un secondo attacco nella stessa regione, nel villaggio di Al-Halaniya, ha provocato la morte di cinque persone, secondo la stessa fonte.

IRAN. Venendo all’Iran, la Guida Suprema iraniana, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha affermato ieri che Hezbollah, sostenuto finanziariamente e militarmente da Teheran, è “il più grande difensore del Libano” contro Israele: “Hezbollah è il più grande difensore del Libano e il più grande scudo contro l’avidità del movimento sionista regime, che da tempo punta alla disintegrazione del Libano”, ha affermato, reagendo in questo modo alla conferma dell’uccisione di Hachem Safieddine, considerato il “successore” di Hassan Nasrallah.

BLINKEN A LONDRA. Nel tentativo di scongiurare un’escalation, oggi il capo della diplomazia americana Antony Blinken terrà a Londra una serie di colloqui con diversi rappresentanti dei paesi dell’area mediorientale. Tra i faccia a faccia, quello con il primo ministro libanese Najib Mikati, come è stato annunciato ieri sera un funzionario del Dipartimento di Stato. Blinken è arrivato nella capitale britannica in serata dopo un tour del Medio Oriente, il suo undicesimo dall'inizio della guerra tra Israele e Hamas. Il rappresentante americano incontrerà separatamente i ministri degli Esteri della Giordania e degli Emirati Arabi Uniti, due partner chiave degli Stati Uniti nel piano postbellico per Gaza, ha detto il funzionario del Dipartimento di Stato. Najib Mikati parteciperà a questi colloqui con Blinken dopo aver presenziato a Parigi ad una conferenza sul Libano durante la quale ha dichiarato che solo l’esercito regolare libanese dovrebbe detenere le armi. Ieri, in una conferenza stampa in Qatar, Blinken ha affermato che Israele sta lavorando per eliminare la  “minaccia”  di Hezbollah, ma che alla fine si renderà necessaria una soluzione diplomatica. “Siamo stati molto chiari sul fatto che non si può intraprendere una campagna prolungata nonché sul fatto che Israele debba adottare le misure necessarie per evitare vittime civili e non mettere in pericolo le forze di pace dell'ONU o le forze armate libanesi”. (25 ott - deg)

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