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Settimana corta, Guerra (Pd): vedremo come si concretizza apertura Durigon

Roma, 28 ott – “Quanto detto da Durigon è in linea con quanto noi proponiamo, nel senso che non mettiamo da subito un obbligo della riduzione dell’orario di lavoro, ma prevediamo un periodo di tre anni in cui si accompagnano delle contrattazioni che portano ad applicare la riduzione dell’orario di lavoro nella forma che le parti decideranno. Ma il problema è a che a un certo punti si tirino le somme di questo processo, quindi abbiamo proposto un osservatorio che monitori queste attività e tragga le indicazioni su dove, come e quando si possa procedere normativamente a una riduzione dell’orario di lavoro. Apprezziamo l’apertura di Durigon, per quanto un po’ tardiva, valuteremo in che cosa si concretizza”. Così Maria Cecilia Guerra, deputata e responsabile Lavoro Pd, nel giorno in cui in aula a Montecitorio si è svolta la discussione generale della proposta di legge che mira a favorire una significativa riduzione dell'orario di lavoro in Italia, fino a 32 ore settimanali, mantenendo invariato il salario dei lavoratori. Promossa da Nicola Fratoianni di Avs, e presentata insieme a Partito democratico e Movimento 5 Stelle, l’iniziativa è stata accettata come testo base dalla Commissione Lavoro. La legge intende promuovere la riduzione dell’orario di lavoro, che potrebbe essere implementato con turni su quattro giorni settimanali. In replica al termine della discussione generale, è arrivata l’apertura del sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, “ma senza obblighi perché sarebbe un problema serio nel valorizzare la contrattazione”. “Dopo i tre anni – spiega la parlamentare - si potrà procedere a una riduzione dell’orario di lavoro in tutti i settori in cui la sperimentazione è stata rilevante, ovvero abbia interessato almeno il 20% della manodopera complessiva, e si possono dare delle indicazioni seguendo i parametri che emergono da una valutazione complessiva delle sperimentazioni. Quindi un approccio pragmatico, che non impone ma sollecita e raccoglie gli esiti, in un contesto in cui la riduzione dell’orario di lavoro è un tema ineludibile, altrimenti laddove arriva l’innovazione tecnologica la risposta sono i licenziamenti. Invece l’innovazione tecnologica porta benessere, che va ripartito tra lavoratori e datori con una riduzione sensata dell’orario di lavoro a parità di retribuzione” conclude Guerra. (PO / Sis)

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