Roma, 30 ott - “Il Salva Infrazioni già nel nome denota un atteggiamento in affanno del governo, che deve sempre salvare qualcosa, dal salva-casa al salva-Milano. Ma in questo caso particolarmente, al di là dell'atteggiamento generale, è paradossale perché la normativa europea ha precedenza e ha preminenza rispetto a quella nazionale, quindi l'implementazione delle norme europee dovrebbe essere ordinaria amministrazione. Il fatto che noi abbiamo 69 procedure di infrazione già confermate e che in questo decreto si tenta di prevenire future infrazioni significa che non stiamo facendo bene il nostro mestiere”. Così Giulia Pastorella, deputata di Azione, sul decreto sul quale il governo ieri ha posto la fiducia alla Camera, votata nella giornata di oggi, e volto a intervenire sulle procedure di infrazione aperte negli anni dall’Unione Europea per mancati adempimenti nei campi più disparati. Pastorella riconosce che “non è sicuramente solo colpa di questo governo, perché le infrazioni sono antiche, in particolare quella più conosciuta sui balneari. Però è chiaro che andare di salvataggio in salvataggio forse non è una maniera organica di approcciare il recepimento di normative europee, che sono fondamentali”. Soprattutto, aggiunge, “se pensiamo che la maggior parte delle infrazioni, quasi un terzo, riguarda il tema ambientale, dovremmo porci qualche domanda”. Ma tra le 69 procedure “ci sono aspetti specifici: certamente quello dei balneari è stato quello più discusso, più politicizzato e su cui la maggioranza si è completamente spaccata con emendamenti contraddittori, con continue discussioni con la Commissione europea che, lo dico da commenta europeista, è stata eccessivamente lasca nell'accettare continue proroghe e continui cambiamenti. Quindi è un decreto che non vedrà la nostra fiducia, ovviamente, e che non ci vede soddisfatti del rapporto che il Presidente Meloni e la maggioranza ha instaurato con l'Unione europea”. Per cui, conclude Pastorella, “bene tentare di evitare ulteriori multe o infrazioni già in essere, però non è una maniera di governare quella così emergenziale, laddove invece la normativa europea è molto chiara, esiste da tanto e andrebbe semplicemente trasposta, implementata”.
(PO / Sis)
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