Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Sergio Assisi in ‘Mi dimetto da uomo’

Teatro
Dai palchi più prestigiosi agli spettacoli di provincia, lo "Speciale teatro" presenta ogni settimana le novità in cartellone in giro per l'Italia. Tra classici della commedia e della tragedia, opere, One man show, cabaret e "prime", le rappresentazioni teatrali vengono anticipate attraverso una descrizione sintetica dello spettacolo, della sua scenografia e dei suoi autori e interpreti, oltre a un piccolo vademecum con le date e gli orari.

Sergio Assisi  in ‘Mi dimetto da uomo’

Il 16 e il 17 novembre nella sala grande del Teatro Tor Bella Monaca in scena Sergio Assisi e Giuseppe Canore con Mi dimetto da uomo. Il testo, diretto dallo stesso Assisi e da lui scritto insieme a Simone Repetto. Assisis parla con il pubblico a cuore aperto, spazia fra narrazione e satira di costume e, grazie ad un linguaggio chiaro e diretto, abbatte fin da subito la quarta parete per lanciarsi alla ricerca delle risposte di cui ognuno di noi avrebbe bisogno. Come un giullare, Assisi scherza, racconta e riflette, ora cinico ora conciliante, in un flusso affabulatorio irresistibile. Analizza insieme al pubblico abitudini, speranze, sogni e miserie. Tenta di aggrapparsi alla bellezza, all’amore, alla poesia, come fossero rami di un albero che si protende verso le stelle, ma l’egoismo, la grettezza e gli umani limiti, lo risucchiano verso il basso e lo costringono a domandarsi: “Dovrei forse dimettermi dall’essere uomo?” E mentre cerca delle risposte, un’ entità irrompe sul palco nei momenti meno opportuni. Uno spiritello buffo, irriverente, impietoso, che corregge, puntualizza, svela, rivendica, irride, incarna concetti ed idee, e cosa peggiore di tutte, inchioda il protagonista alla amara verità. Alla fine di questa brillante analisi, forse farà pace con il suo demone, forse torneranno ad essere una sola entità o forse, giunti ad un bivio, si separeranno. È sempre difficile dirlo. Il risultato cambia a seconda della disponibilità del pubblico, dell’umore del protagonista e dell’intestino del suo spiritello, perché si tratta di una continua lotta fra alto e basso, dentro e fuori, bello e brutto. Quel che certamente accade ogni sera è che si ride, ci si commuove o per lo meno si riflette nel riconoscersi membri di questa immensa e sconclusionata tribù che chiamiamo “umanità”. (red Gil)

ROMA, IN SCENA AL TIRSO LA COMMEDIA “SEI MAI STATO INNAMORATO?”

 È possibile innamorarsi ai tempi dei social? Federico e Leonardo sono due amici che vivono l’amore in modo goliardico, tra scambi di chat e appuntamenti che sono soliti raccontarsi nei pomeriggi trascorsi a casa di Leonardo. Questo equilibrio è destinato a sconvolgersi quando Leonardo comunicherà a Federico di volersi innamorare, nello sgomento dell’amico, tra malintesi espressi alla massima comicità, lo sviluppo della trama si arricchisce con le figure di Patrizio, fratello di Leonardo, e la signora Fontana, l’anziana vicina di casa. Il finale con colpo di scena e il ritmo serrato delle battute assicurano una serata piena di divertimento dal sapore non scontato. È in scena fino al 10 novembre al Teatro Tirso De Molina - teatro comico di tradizione Romana che si trova a Roma in via Tirso 89 - l'esilarante commedia "Sei mai stato innamorato?"  con Marco Todisco, Emanuele Pedini, Gabriele Giansanti e con Angela D'Onofrio. La regia è di Marco Todisco. (Gil- red)

MARIO DE MASI PORTA IN SCENA “CAINI” DELLA COMPAGNIA I PESCI

La compagnia teatrale I Pesci porta in scena, dal 14 al 17 novembre al Teatro India di Roma (Lungotevere Vittorio Gassman, 1), una riflessione tra nonsense e ironia sui grandi temi della vita, tra ricordi, famiglia, morte e arte, con lo spettacolo Caini, per la regia e drammaturgia di Mario De Masi, affidato all’interpretazione di Alice Conti, Alessandro Gioia, Giulia Pica, Fiorenzo Madonna, Antonio Stoccuto. Sul palcoscenico si anima un segreto di famiglia che si snoda tra verità e menzogna, colpa e pena, arte e convenzioni sociali, un ritratto convulso delle ossessioni di un nucleo chiuso ed esclusivo, costruito attorno a un legame di sangue irrevocabile e a un patto indissolubile. La storia inanella le vicende della famiglia Caini, soprannome che il vicinato gli riserva tacciandoli di una identità avvolta nel mistero e fondata sulla esclusione di tutto ciò che è estraneo: un padre morto in circostanze poco chiare, che lascia soli la madre e i tre figli, due maschi e una femmina, a custodia di un segreto. Tuttavia, l’ingresso di una figura esterna, scuote il gruppo familiare innescando dubbi, fragilità e conflitti tra modi di intendere il mondo, che porteranno alla luce l’oscuro segreto.«Il progetto Caini è il terzo capitolo di una trilogia dedicata alla famiglia. Nel primo capitolo, Pisci ‘e paranza (2015), abbiamo affrontato il tema della famiglia in relazione alle questioni della marginalità e della ricerca degli spazi vitali. Supernova (2018), il secondo capitolo, è un lavoro attraverso il quale abbiamo indagato i processi di disgregazione di un nucleo familiare, alle prese con le dinamiche dell’elaborazione del lutto. Con Caini vogliamo intraprendere un percorso di ricerca che indaghi i concetti di verità e menzogna, il rapporto tra colpa e pena e la relazione necessaria tra sacro e violenza nel sacrificio – racconta il regista Mario De Masi – Il codice dei Caini impone loro di essere impietosi e di stare uniti. Un ordine condiviso di reticenze e dimenticanze – quasi rimozione collettiva – e un orizzonte di senso che si organizzano intorno al mantenimento del segreto». (red / Gil)

 ROBERTO ZUCCO DI GIORGINA PI ALL’ELFO PUCCINI DI MILANO

Dal 13 al 17 novembre il Teatro Elfo Puccini di Milano, sala Fassbinder, in corso Buenos Aires 33, ospita Roberto Zucco adattamento, regia, scene e video Giorgina Pi.  Dopo la frequentazione dei testi di Kae Tempest, Caryl Churchill, Pasolini e un lungo lavoro dedicato alla riscrittura del mito, Giorgina Pi sceglie Roberto Zucco, testo postumo di Bernard-Marie Koltès, ispirato alla vera storia. Roberto Succo è un giovane originario di Mestre che, dopo aver barbaramente ucciso i genitori, evade dal carcere e, benché inseguito dalla polizia di tre stati, riesce a perpetrare una serie di altri crimini prima di venire nuovamente catturato e suicidarsi in carcere, nel 1988. Lo spettacolo, nuova produzione del Teatro Nazionale di Genova (in coproduzione con Teatro Metastasio di Prato e Romaeuropa Festival), arriva all’Elfo Puccini dopo la prima nazionale del 25 ottobre al Romaeuropa Festival e le repliche al Teatro Gustavo Modena di Genova. In scena Valentino Mannias nel ruolo principale e un cast multiforme composto da attori e attrici, Andrea Argentieri, Flavia Bakiu, Monica Demuru, Gaia Insenga, Giampiero Judica, Dimitrios Papavasilìu, Aurora Peres, Alessandro Riceci, Kevin Manuel Rubino, Alexia Sarantopoulou. «Per me – afferma Giorgina Pi – questa storia di quasi quarant’anni fa rispecchia il nostro tempo. Dopo Pilade, Lemnos e Tiresias scelgo Roberto Zucco nel desiderio di leggere un dramma attraverso gli occhi di un eroe negativo. E voglio farlo con Bernard-Marie Koltès, che considero uno dei più grandi tragici contemporanei. Portare in scena il male, l’indifendibile e, oltre ogni morale, quello che l’autore mette sullo sfondo dal primo all’ultimo verso: il rischio di affacciarsi sul mondo per l’ultima volta, compresa la sua attrazione per questo assassino feroce. Un racconto che corre inesorabile verso la morte, in cui nessun personaggio è salvo».

(PO red Gil)

DEBUTTA A TRENTO LO SPETTACOLO SULLA MOGLIE DI MUSSOLINI INTERNATA IN MANICOMIO

Sabato 9 novembre va in scena in prima assoluta a Trento, al Teatro Cuminetti (ore 20.30), la nuova produzione della compagnia MultiversoTeatro, “Dalser. La Mussolina”, uno spettacolo scritto da Angela Dematté, diretto e interpretato da Michela Embrìaco e realizzato in collaborazione con il Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento, in coproduzione con Pacta dei Teatri Salone via Dini, Milano, con il sostegno finanziario della Provincia Autonoma di Trento e in partnership con la Fondazione Museo Storico del Trentino. Il progetto è nato dalla proposta, fatta dalla regista e attrice Michela Embrìaco ad Angela Dematté, di scrivere una drammaturgia originale sul tema del rapporto tra fascismo e stereotipi genere. Da qui la scelta di raccontare la storia di Ida Dalser, la prima moglie di Benito Mussolini, che durante il regime fascista fu fatta internare nel manicomio di Pergine Valsugana, dove morì nel 1937. È la notte tra il 15 e il 16 luglio 1935. Ida Dalser, appena fuggita dal manicomio, da sola, di notte, percorre la strada che da Pergine Valsugana arriva a casa di sua sorella, a Sopramonte, piccola frazione di Trento. Come in una fiaba nera, attraversa un bosco e tesse il suo finale grandioso: a casa della sorella troverà il suo amore, Benito Mussolini, che la salverà. Così devono finire le storie. In un flusso di coscienza che procede senza pause ripercorre la sua vita e immagina una realtà parallela, molto lontana da quella che la porterà alla morte da lì a un paio d’anni. Come mai una donna affermata come lei, che da Sopramonte arriva ad aprire un importante centro estetico a Milano, vende tutto per amore di Mussolini? Cosa vede in quest’uomo per sacrificarsi a tal punto e perché molte donne hanno il desiderio di trovare un uomo in cui annientarsi? Quella con la Dalser è una storia emblematica del rapporto di Mussolini con le donne. "Mussolini aveva sviluppato un'ostilità antifemminile che declinò in leggi e divieti. Gli stereotipi di genere imposti come stile di vita nel Ventennio si affermano come modelli difficili a morire, destinati a segnare la storia del Novecento e a influenzare persino gli anni 2000": queste parole sono di Mirella Serri (“Mussolini ha fatto tanto per le donne”, Longanesi 2022), secondo la quale è proprio nel fascismo che si trova la radice di quel maschilismo di Stato che ancora oggi continua a condizionarci. Dopo il debutto, lo spettacolo sarà in scena dal 7 al 12 marzo al Pacta dei Teatri Salone a Milano. Angela Dematté è drammaturga e attrice, ha scritto e portato in scena molti lavori a livello nazionale e internazionale e vincitrice di importanti premi tra cui il premio Riccione, il premio Ubu, il premio Sonia Bonacina, il Premio Hystrio, il Premio Scenario e Le Maschere del Teatro italiano 2024. I suoi testi sono pubblicati in Italia, Francia, Svizzera, Germania ed Egitto. Lavora con importanti teatri come LAC, ERT, Piccolo Teatro di Milano, Theatre de la Manufacture di Nancy, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile del Veneto, CTB di Brescia. Multiversoteatro nasce nel 2009, fondato da Michela Embrìaco, attrice, regista, insegnante di teatro e teatroterapeuta. I suoi spettacoli parlano soprattutto del ruolo della donna nella storia e nella società contemporanea. (PO / redm)

(© 9Colonne - citare la fonte)