"Abbiamo concentrato le risorse su alcune priorità fondamentali, con una visione di crescita duratura". Lavorando per rendere strutturali alcune misure, come la riduzione delle aliquote Irpef sul quale l’intenzione è di intervenire ancora. La premier Giorgia Meloni apre l’incontro con le sigle sindacali sulla manovra, convocato a Palazzo Chigi, evidenziando “che il contesto internazionale non è affatto semplice. Meloni ha criticato le politiche dei governi precedenti, che avrebbero optato per "misure utili a raccogliere consenso nell'immediato", scaricando poi il costo sulle generazioni successive. In questo senso, è tornata a contestare il Superbonus, definito "la più grande operazione di redistribuzione regressiva del reddito nella storia d'Italia", spiegando che nel 2025 peserà sui conti pubblici per ben 38 miliardi. Uno dei punti centrali della manovra riguarda il taglio del cuneo fiscale, che diventa strutturale e si estende a una platea più ampia di lavoratori. "Quando siamo arrivati al governo due anni fa, molti sostenevano che non saremmo stati in grado di confermare il taglio del cuneo contributivo in scadenza. Invece, non solo lo abbiamo confermato, ma lo abbiamo potenziato", ha affermato Meloni. La misura include circa 1,3 milioni di lavoratori con redditi tra 35 e 40mila euro annui.
Sul fronte delle politiche per la famiglia, Meloni ha ricordato il contributo di 1.000 euro per i bambini nati o adottati a partire dal primo gennaio 2025, destinato alle famiglie con un ISEE fino a 40.000 euro. "È un primo aiuto concreto per chi decide di mettere al mondo dei figli", ha dichiarato, precisando che il bonus nido sarà aumentato a 3.600 euro annui per i nati nel 2024 in famiglie con ISEE sotto i 40mila euro. Un tema caldo che ha visto la premier prendere posizione riguarda il finanziamento del sistema sanitario nazionale. "Quando questo governo si è insediato, il Fondo sanitario era di 126 miliardi. Nel 2025 arriverà a 136,5 miliardi di euro, con un aumento di 10,5 miliardi in due anni", ha precisato Meloni, rispondendo alle critiche sulle risorse destinate alla sanità pubblica. A supporto delle amministrazioni locali, la manovra prevede anche un fondo di 100 milioni di euro per sostenere i Comuni nelle spese legate all'assistenza dei minori allontanati dalle famiglie con provvedimenti della giustizia minorile. "È una risposta concreta a un problema che grava in maniera importante sui bilanci comunali, soprattutto quelli dei piccoli centri", ha spiegato la premier.
Per quanto riguarda le imposte sui redditi, la legge di bilancio introduce il passaggio da quattro a tre aliquote Irpef, con l'accorpamento dei primi due scaglioni. "È nostra intenzione intervenire anche sui successivi scaglioni di reddito, ma questo dipenderà dalle risorse che avremo a disposizione", ha dichiarato Meloni, lasciando aperta la porta a ulteriori riforme fiscali. La premier ha confermato la super deduzione del 120% del costo del lavoro per le nuove assunzioni nel periodo 2025-2027, adottando il principio del "più assumi, meno paghi". Inoltre, vengono rifinanziate misure come la nuova Sabatini, a sostegno degli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese, e il credito d'imposta per le imprese che investono nelle zone economiche speciali (Zes). Meloni ha poi voluto sottolineare i risultati ottenuti nella lotta all'evasione fiscale. "Registriamo un incremento record delle entrate tributarie e delle somme recuperare all'evasione fiscale", ha affermato, attribuendo questo successo alla riforma fiscale messa in atto dal suo Governo. La premier ha evidenziato come, per la prima volta, banche e assicurazioni siano state coinvolte nel finanziamento della legge di bilancio, segnando un "cambio di passo rispetto al passato".
(PO / Sis)