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direttore Paolo Pagliaro

CARITAS: 5,7 MILIONI
IN POVERTA' ASSOLUTA

CARITAS: 5,7 MILIONI <BR> IN  POVERTA' ASSOLUTA

La povertà assoluta in Italia coinvolge quasi 5,7 milioni di persone, circa un decimo della popolazione. È quanto emerge dal Rapporto Caritas “Fili d’erba nelle crepe. Risposte di Speranza”, pubblicato oggi. Dall’analisi emerge anche che “il lavoro povero e intermittente dilaga, con salari bassi e contratti atipici che impediscono una vita dignitosa”. A essere particolarmente vulnerabili i giovani e le famiglie con figli, con il disagio abitativo che rappresenta un’emergenza, famiglie senza casa o in condizioni abitative inadeguate. L’accesso all’istruzione e alle nuove tecnologie diventa un “miraggio” per fasce sempre più ampie della popolazione, alimentando le disuguaglianze, fa notare la Caritas. Il Rapporto registra anche il numero di persone accompagnate nel 2023 dai servizi Caritas: sono state 269.689, in aumento dal 2015 del 41,6%. Aumentano anche le povertà croniche e intermittenti: dal 54,7% al 59%, così come cresce il disagio psicologico e psichiatrico tra chi si rivolge alla Caritas: dal 2022 al 2023 il numero di persone affette da depressione o malattie mentali aumenta del 15,2%. “Non vogliamo offrire solo una fotografia della povertà in Italia, ma intendiamo rilanciare l’invito a guardare oltre le cifre per riconoscere l’umanità ferita che vibra dietro ogni numero”, ha sottolineato don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana. “Di fronte a questa emergenza - continua don Pagniello – Caritas Italiana sceglie di farsi portavoce di una risposta coraggiosa e profetica. Una rete di accoglienza e di sostegno si estende in maniera capillare sul territorio nazionale: centri di ascolto, mense, dormitori e case di accoglienza diventano avamposti di una Chiesa che si fa ‘casa di carità’, aperta a tutti, senza distinzioni. Ma non può essere questa l’unica risposta possibile. Il vangelo ci chiede di dare da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, di vestire chi è nudo, visitare chi è in carcere, ma soprattutto di riconoscere nelle esistenze dei nostri fratelli più piccoli il profilo di Dio che ci chiede di guardare il mondo con gli occhi dei più poveri, di osare nuovi cammini e percorrere, accanto alle persone più fragili, strade inesplorate”. (red-12 nov)

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