Roma, 21 nov - La legge sui reati contro gli animali, approvata ieri sera in prima lettura alla Camera, “purtroppo non è un bicchiere mezzo vuoto, ma molto vuoto”. L’estrema sintesi del cosiddetto ddl Brambilla è di Eleonora Evi, ambientalista, deputata del Partito democratico, secondo la quale “le pochissime cose positive che sono all'interno di questo provvedimento riguardano una cosa importante, un cambio di paradigma, perché finalmente si vanno a definire i reati non perché offendono la sensibilità della persona dell'essere umano, ma perché si sta facendo un reato e un danno nei confronti dell'animale. Questo è importante il cambio culturale di paradigma che sicuramente va salutato con favore e quindi è sicuramente una cosa importante”. Dietro a questo, però, poco altro: “Le piccole cose che abbiamo ottenuto riguardano leggeri aumenti di multe e di pene per i reati già esistenti di fatto, e questa cosa non crea quella deterrenza che era necessaria”. Serviva, secondo Evi, un giro di vite più importante: “penso ad esempio al furto in casa che culmina con l'uccisione dell'animale, un emendamento presentato dal Partito democratico, perché sono cose che sono successe, ma che è stato tagliato fuori”. E’ dunque un provvedimento “molto debole anche sul fronte penale. E poi manca completamente tutto il fronte della formazione, dell'educazione, che erano anche questi parte più integrante della proposta iniziale”. Evi ricorda infatti che “il testo inizialmente depositato, che avevo firmato anche io, era molto più corposo, era molto più ampio, più vasto. E invece nell’esame in commissione è stato letteralmente svuotato e falcidiato, tagliato delle tante cose positive Faccio altri esempi, il tema delle esche e dei bocconi avvelenati, che è stato completamente dimenticato”. C’è poi il nodo dei cani tenuti alla catena: la legge prevede un divieto ma secondo Evi “in realtà si segna addirittura un passo indietro. Il provvedimento lo prevede, ma prevede anche delle eccezioni per motivi di sicurezza ed altri motivi. E però in alcune regioni d'Italia abbiamo già questo divieto ed è un divieto tout court, senza eccezioni e quindi si va a segnare un punto di incertezza, una confusione rispetto a quale norma va applicata”. Insomma: “questa è sicuramente un'occasione mancata in generale, per cercare di rendere davvero punibili, perseguibili, tutti quei reati che purtroppo continuano ad esserci nel nostro paese, una vera e propria escalation di reati di violenza contro gli animali sul quale va fatta veramente, con molta più determinazione e coraggio, un'azione incisiva”. Un ultimo punto: “Il tema del collegamento anche tra questi reati che molto spesso vengono effettuati da minori: è importante riuscire a lavorare sulla prevenzione e sull'educazione, ma tutto questo è mancato”.
(PO / Sis)
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