“Fa riflettere che un uomo scomparso quarant'anni fa, alla guida del più grande partito comunista dell'Occidente, che ha cessato di esistere più di trent'anni fa, susciti ancora questa passione, questa curiosità, questo interesse. La ragione non è, secondo me, la nostalgia di quella fase storica: è una nostalgia per ciò che non è venuto dopo". Così Gianni Cuperlo, deputato e membro della Direzione nazionale del Partito democratico, che ricorda come “un fondo Berlinguer, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, con un coraggio straordinario apre dei sentieri, produce una semina, feconda sul terreno dei movimenti, del rapporto della politica con la società: pensiamo alla denuncia della questione morale fatta con quella veemenza nell'intervista a Scalfari dell'81, l'apertura ai movimenti pacifisti ambientalisti, il pensiero femminista, Il movimento delle donne: questa apertura della sinistra in un rapporto diretto con le forze più vitali, più dinamiche del paese, è stata una semina che però non ha trovato un'eredità all'altezza”. Da quanto emerso in occasione del convegno di stamattina in Senato su ‘Enrico Berlinguer, nostalgia del futuro’, organizzato da Alleanza Verdi Sinistra, per Cuperlo “quello che colpisce è l'attualità di quel pensiero, oltre che l'attualità dello stile dell'uomo, della sua sobrietà, del suo linguaggio e di una passione infinita per la politica. Io ho ricordato la sintesi che ne fece Fortebraccio sulla prima pagina dell'Unità, dicendo, semplicemente: ‘è stato un uomo politico. Punto. Vi pare una banalità?’. Ecco, forse avremmo bisogno di esempi simili per ricostruire quel nesso, quel legame, avrebbe scritto a suo tempo Antonio Gramsci, quella connessione sentimentale della sinistra con un popolo. Questo è un insegnamento che viene da lontano e che dobbiamo forse rendere più attuale”. Secondo Cuperlo per recuperare quell'esempio “dobbiamo pensare ad una politica, una sinistra, che torni soprattutto a pensare al tempo presente, alle contraddizioni, ai conflitti, ma anche alle gigantesche opportunità che la scienza, la tecnica mettono a disposizione”. In fondo Berlinguer, negli ultimi anni della sua vita, “ammonisce i giovani comunisti a studiare il futuro, a immaginare il futuro. Immagina un grande appuntamento con storici, economisti, sociologi, teologi, scienziati per capire qual è la ragione e quali sono le radici del nuovo tempo storico”: Questo, secondo Cuperlo, si fa non rinunciando all'idea di partiti che siano fonte di partecipazione, non solo ristretti nel perimetro delle istituzioni, quindi non solo partito di eletti. E poi, se posso dirlo come una battuta, forse riaprendo qualche ufficio studi in più e chiudendo qualche ufficio stampa in meno”.
(Sab – Sis)