L'interesse per la lingua italiana continua a crescere in tutto il mondo, alimentato dalla diffusione dei corsi di italiano nelle scuole e dall’ormai noto amore per la nostra cultura. Ma anche perché i cittadini stranieri che richiedono la cittadinanza devo presentare un certificato di conoscenza della lingua Italiana. Ecco perché non si può abbassare la guardia: “Per salvare l’italiano bisogna certificarlo, bisogna proteggerlo”. Parola di Alessandro Masi, segretario generale della Società Dante Alighieri e presidente di CLIQ (Certificazione Lingua Italiana di Qualità), l’Associazione composta dall’Università per Stranieri di Perugia, dall’Università per Stranieri di Siena, dall’Università degli studi Roma Tre e dalla Società Dante Alighieri.
La ricetta per “salvare” la lingua italiana è quindi semplice: certificandola. Il livello di conoscenza è così riconosciuto e la qualità è garantita. Per Masi l’Italiano è “una bellissima lingua”, un’eccellenza come lo sono “i prodotti doc, che vanno certificati altrimenti andrebbero persi”. “Soprattutto in un momento come questo”, in cui cresce la domanda di attestati o titoli che certifichino la conoscenza della lingua italiana, è necessario pensare a test aggiornati e anti-truffa: “Anni fa pensavamo di riconoscere il livello di conoscenza linguistica di un alunno con test approssimativi. Oggi - afferma Masi in un’intervista a 9Colonne - vogliamo innalzare il livello di qualità del test linguistico e combattere le contraffazioni con sistemi aggiornati”.
E in “aiuto dell’umanesimo” arriva oggi la tecnologia: “Il digitale ci sta aiutando tantissimo, persino l'intelligenza artificiale. In un Paese che non ha la cultura della certificazione, introdurre questo elemento concettuale è importante, soprattutto per la nostra lingua”, prosegue Masi sottolineando l’importanza di “dare un grado di garanzia oggettivo, obiettivo e scientifico”. Ecco, quindi, che l’impegno della CLIQ, composta dai quattro enti, è “indirizzarsi sempre di più verso l’uso del digitale, a sostegno della conoscenza della nostra bellissima lingua”. Altrettanto importante è avere un sistema di controllo delle certificazioni. Proprio in questo senso, Masi ha incontrato Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli Italiani all’estero della Farnesina: “Vogliamo consegnare al Ministero un sistema di controllo del certificato in tempo reale, attraverso un database su cui abbiamo lavorato oltre un anno”. Si tratta, spiega Masi, di “un archivio digitale di tutti coloro che negli anni hanno usufruito di questo attestato, per fare in modo che sia i Consolati che le nostre Prefetture possano riconoscere la qualità e la veridicità del documento”. Ma non finisce qui: “Puntiamo ai sistemi anglosassoni, come la certificazione online TEFL” (Teching English as a Foreign Language). “Ma questo – conclude Masi - lo faremo dopo aver appurato che tutti i gradi di sicurezza siano garantiti”. (BIG ITALY / EMG / Sab)