La Lombardia, con 459,7 miliardi di euro di risparmi privati, pari al 22% del totale nazionale, si conferma la regione più ricca d’Italia, seguita dal Lazio, che, con i suoi 340,8 miliardi, rappresenta il 16,3%. Queste due regioni da sole concentrano quasi il 40% del risparmio nazionale, dimostrando la loro centralità economica e finanziaria. È quanto emerge da un report del Centro studi di Unimpresa, secondo il quale l’Italia si conferma una nazione in cui il risparmio privato gioca un ruolo fondamentale, con un totale di depositi bancari e risparmio postale che ammonta a 2.094 miliardi. La componente principale è rappresentata dalle famiglie che detengono 1.137 miliardi, pari al 54,3% del totale nazionale, sottolineando come il risparmio delle famiglie sia una colonna portante del sistema finanziario italiano. Le aziende contribuiscono con 450,6 miliardi, pari al 21,5%, mentre le imprese familiari, con 90 miliardi, rappresentano solo il 4,3%.
“NORD TROPPO RICCO”. «L’analisi mostra un’Italia polarizzata, in cui il Nord e il Centro concentrano la maggior parte del risparmio, con un contributo rilevante sia delle famiglie che delle aziende, mentre nel Sud e nelle Isole il risparmio è quasi esclusivamente appannaggio delle famiglie. Le regioni settentrionali sono tropo ricche. Il divario territoriale emerge con forza, così come la centralità di regioni come la Lombardia e il Lazio, che si affermano come poli economici e finanziari capaci di attrarre e generare ricchezza. In questo scenario, il risparmio privato si conferma un elemento essenziale per la stabilità del sistema finanziario nazionale, ma la distribuzione disomogenea pone interrogativi sulle disparità economiche tra le diverse aree del Paese» commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.
L’ANALISI. Secondo il Centro studi di Unimpresa, che ha rielaborato dati della Banca d’Italia, l’analisi territoriale delle riserve degli italiani, che prende in considerazione i depositi bancari e il risparmio postale, evidenzia un significativo squilibrio: oltre il 77% dei depositi si concentra nelle aree del Nord Ovest, Nord Est e Centro, con percentuali rispettivamente del 30,8%, 20,9% e 24,6%, lasciando al Sud e alle Isole una quota complessiva inferiore al 20%. Nel Nord Ovest, dove il risparmio totale ammonta a 644,8 miliardi, il 27,4% è detenuto dalle aziende, il 4,2% dalle imprese familiari e il 54,7% dalle famiglie. La Lombardia è il motore trainante, con il 71,3% del totale dell’area, mentre Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta si dividono il restante 28,7%. Nel Nord Est, con 438,2 miliardi, il Veneto e l’Emilia-Romagna rappresentano insieme oltre il 78% del totale dell’area. Anche qui le famiglie dominano, con una quota del 58,2%, seguite dalle aziende con il 26,9%, mentre le imprese familiari incidono per il 5%. Spostandoci verso il Centro, la regione Lazio domina con il 66% dei 515,4 miliardi totali dell’area. Qui il peso delle famiglie si riduce leggermente, scendendo al 45,8%, mentre le aziende rappresentano il 17,6% e le imprese familiari il 3,3%. Il Sud e le Isole, con 288,6 miliardi e 111,8 miliardi rispettivamente, evidenziano un chiaro predominio del risparmio delle famiglie che rappresenta il 73,8% nel Sud e il 72% nelle Isole. In queste aree, il contributo delle aziende e delle imprese familiari è notevolmente ridotto: nelle regioni meridionali, le aziende detengono solo il 16,5% dei depositi e le imprese familiari il 5,8%, mentre nelle Isole i numeri scendono ulteriormente al 15,7% per le aziende e al 6,5% per le imprese familiari. La Campania, con 120,8 miliardi, guida il Sud, rappresentando il 41,9% del totale dell’area, mentre la Sicilia, con 78,5 miliardi, domina nelle Isole, detenendo il 70,2% del risparmio dell’area insulare.
Più nel dettaglio, a livello nazionale, la componente più significativa è rappresentata dalle famiglie consumatrici, che detengono 1.137 miliardi, pari al 54,3% del totale dei depositi e risparmi postali. Ne emerge il ruolo centrale delle famiglie come motore del risparmio nazionale. La loro incidenza è particolarmente elevata nelle macro-aree del Sud (73,8% del totale dell'area) e delle Isole (72% del totale dell'area), dove il contributo delle altre categorie (aziende e imprese familiari) è decisamente più contenuto. Nel Nord Ovest, invece, l’incidenza delle famiglie consumatrici è più bilanciata (54,7%), seguita dalle aziende con il 27,4%. Il risparmio è distribuito in modo non uniforme sul territorio italiano, con un evidente squilibrio a favore del Nord e del Centro. Le macro-aree del Nord Ovest, Nord Est e Centro detengono complessivamente circa il 77% del totale nazionale: Nord Ovest con 644,8 miliardi di euro (30,8% del totale nazionale); Nord Est con 438,2 miliardi (20,9% del totale nazionale); Centro con 515,4 miliardi (24,6% del totale nazionale). Al contrario, il Sud e le Isole contribuiscono solo per il 19,1% del totale nazionale, evidenziando un divario economico e finanziario tra le regioni settentrionali e meridionali. Due regioni, la Lombardia e il Lazio, emergono come i principali poli economici e finanziari del Paese: la Lombardia con 459,7 miliardi, rappresenta il 22% del totale nazionale ed è la regione con il maggior contributo in assoluto. La sua ricchezza è bilanciata tra aziende (30,3% dei depositi regionali) e famiglie consumatrici (50,1%). Il Lazio: con 340,8 miliardi, rappresenta il 16,3% del totale nazionale, guidando il Centro. Questo risultato è principalmente legato alla presenza della capitale, che concentra il risparmio pubblico e privato. Lazio e Lombardia, insieme, detengono quasi il 40% del totale nazionale, mostrando la centralità di queste aree nell’economia italiana.
Le aziende, con 450,6 miliardi a livello nazionale, rappresentano il 21,5% del totale dei depositi e risparmi. Tuttavia, il loro peso varia significativamente tra le aree geografiche: nel Nord Ovest, le aziende detengono il 27,4% del totale dell'area (176,7 miliardi); nel Nord Est, la percentuale è simile, con un 26,9% (117,8 miliardi). La fotografia mostra come il Nord Italia sia il fulcro della ricchezza generata dalle aziende, riflettendo la forte presenza industriale e manifatturiera. Le imprese familiari, con 90 miliardi a livello nazionale (4,3% del totale), hanno un ruolo marginale nella distribuzione del risparmio rispetto ad aziende e famiglie consumatrici. Tuttavia, il loro contributo è più visibile in alcune aree, come il Nord Est, dove rappresentano il 5% del totale dell'area (22 miliardi). In altre aree, come il Sud, la loro incidenza è ancora più contenuta (16,8 miliardi, pari al 5,8% del totale dell’area). Nel Sud e nelle Isole, le famiglie consumatrici dominano i depositi e il risparmio: il Sud con 213 miliardi di euro su un totale di 288,6 miliardi (73,8%); le Isole, con 80,5 miliardi su un totale di 111,8 miliardi (72%). Si conferma il minore sviluppo economico delle regioni meridionali, dove il contributo delle aziende (47,6 miliardi nel Sud e 17,6 miliardi nelle Isole) è decisamente inferiore rispetto a quello del Nord e del Centro. Quali sono le principali regioni nelle varie aree del Paese? Veneto (183,2 miliardi) e Emilia-Romagna (161,4 miliardi) guidano il Nord Est, con una distribuzione simile tra aziende e famiglie consumatrici. Campania (120,8 miliardi) e Puglia (81,5 miliardi) dominano nel Sud, con una netta predominanza delle famiglie consumatrici. Sicilia (78,5 miliardi) e Sardegna (33,3 miliardi) rappresentano le principali regioni nelle Isole, con una dinamica simile a quella del Sud.
(1 DIC – DEG)
(© 9Colonne - citare la fonte)