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Russia, Onori (AZ): Putin punta a destabilizzare l’occidente

Roma, 3 dic – “L’attitudine di aggressione di Putin viaggia su due binari, separati ma paralleli. C’è quello della guerra cosiddetta convenzionale, con bombe e carri armati. È quello che è successo in Ucraina già nel 2014 con la Crimea e che sta risuccedendo adesso. E poi c’è un altro binario, più sottile da percepire, che è quello della cosiddetta ‘info-war’, cioè tutto ciò che è un tentativo di ingerire, influenzare con l’obiettivo di destabilizzare”. A dirlo è Federica Onori, deputata di Azione, a margine della conferenza “Ucraina, perseguire il crimine di aggressione per una pace sostenibile”. “L’obiettivo di Putin è quello di destabilizzare in generale tutto l'Occidente”, ha ribadito Onori commentando le ultime tornate elettorali in diversi Paesi limitrofi alla Russia, dalla Georgia, dove ha vinto il partito 'Sogno Georgiano', accusato di una deriva autoritaria filo-russa, alla Moldavia, dove l’europeista Maia Sandu ha prevalso per un soffio. Anche in Romania il partito dei socialdemocratici filoeuropei è arrivato in testa alle elezioni legislative, ma a fronte di una forte ascesa registrata dall'estrema destra. Putin, ha affermato Onori, “ha deliberatamente iniziato una guerra contro gli Stati limitrofi: quelli che erano parte della Unione Sovietica vengono visti come delle facili prede, come territori da dover in qualche modo riannettere con una certa facilità e solerzia”. Ma quella di Putin, ha aggiunto, “è una guerra contro tutto l'Occidente, perché è una guerra contro i valori dell'Occidente, più specificatamente verso i valori liberal-democratici, cioè verso la democrazia e la libertà fondamentale dell'individuo, che sono cose inaccettabili per chi porta avanti invece valori che si rifanno alla patria, alla famiglia, alla religione, nel senso proprio di un'ortodossia molto stretta, dove l'individuo non trova spazio”. Una “postura di aggressione” che passa anche dalla lingua, “percepita come uno strumento di influenza”, ha detto Onori citando il caso del Kazakistan: “In un incontro istituzionale Putin rimarcava il fatto che tutto sommato anche lì si parlava russo, ‘vedete siete anche voi siete russi’. Di tutta risposta il Presidente gli ha risposto in kazako, con la meraviglia di tutti”.

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