Roma, 19 dic - “Abbiamo fatto una raccolta di firme assieme alla società civile, ovviamente, per riportare in Aula una proposta di iniziativa popolare sul salario minimo. Abbiamo dei dati sulla parte online della raccolta firma cartacee che ci fanno vedere che i giovani, in larghissima parte, hanno firmato e aderito a questa proposta: non è solo perché sono più tecnologici, perché gli altri magari hanno più firmato il cartaceo, ma è anche perché il problema salariale nel nostro paese e soprattutto dei giovani che vengono assunti con contratti precari anche se hanno degli alti titoli di studio”. Così Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Partito democratico, in occasione del flash mob di Pd-M5S-Avs per la presentazione della proposta di iniziativa di popolare sul salario minimo. Secondo Guerra “c'è una trasformazione verso i servizi e il terziario che spinge le imprese”. Ma anche se nelle imprese “formalmente i salari sono tutti più alti del salario minimo, poi le imprese stesse esternalizzano servizi, servizi di pulizia, di logistica verso settori che invece non pagano. Quindi è un problema economico, di impostazione del modello di sviluppo nel nostro paese, che non deve essere fondato sulla compressione dei salari ma sull'innovazione tecnologica”. La deputata dem insiste: “La politica, che deve essere anche politica industriale, non deve creare alibi: il salario minimo legale è una presa di responsabilità della politica che dice, ‘sotto questo livello non vai’, e garantisce che i salari che si applicano sono quelli che derivano dalla contrattazione rappresentativa, non dai contratti pirata. La maggioranza propone invece, e sta per farlo con il nuovo codice degli appalti, che vengano legittimati i contratti pirata che vivono proprio su bassi salari e basse tutele”.
(PO / Sis)
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