“E’ sconcertante... Siamo tutti molto stupiti. Le accuse e gli insulti lanciati dal ministro Nordio sono espressione di una grave insofferenza verso le istituzioni”. Così, in una intervista a Repubblica, Roberto Rossi, un passato nel Consiglio superiore della magistratura, in quota Area, corrente progressista delle toghe e oggi procuratore capo a Bari, commenta le parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio sui pm come “superpoliziotti senza controllo” ed autori di “clonazioni di fascicoli” ed “indagini eterne e occulte”. Il 62enne magistrato, che aveva già espresso un netto dissenso contro i progetti del Guardasigilli, dalla cancellazione dell’abuso d’ufficio al freno sulle intercettazioni, sottolinea: “Se il ministro ritiene che i pm vanno contro la legge, allora eserciti l’azione disciplinare, ma non getti discredito su tutte le toghe”, “continua delegittimazione, costante conflittualità, questi sono i fatti. Mentre da un ministro credo sia lecito aspettarsi rigore istituzionale per la soluzione dei problemi dei cittadini. L’articolo 110 della nostra Carta affida al ministro il compito di curare ‘l’organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia’ e mi sembra che sul punto non ci siano vere risposte”.
La destra assicura però effetti positivi dopo la separazione delle carriere… “La riforma è in violazione dei basilari principi della democrazia... Perché i rappresentanti dell’organo di autogoverno, cioè il Csm, stando alla riforma sono sorteggiati e non rappresentativi. Chiedo: ma un Parlamento sarebbe rappresentativo se fosse sorteggiato e non eletto?”. E sostiene che si tratta di una riforma che “non porta nessun vantaggio per il cittadino. Protegge solo gli interessi dei più forti”. E conclude: “Questa legislatura ha prodotto norme che hanno ridotto la possibilità di investigare, mentre aumentano i reati contro il dissenso. In totale contraddizione: se si indebolisce la giustizia e chi la esercita, come si combatte il crimine?”. (23 gen - red)
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