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PADRE BENANTI: FERMARE
LA PLUTOCRAZIA DEL WEB

PADRE BENANTI: FERMARE <BR> LA PLUTOCRAZIA DEL WEB

Internet una grande illusione di libertà che rischia di implodere. Questa la tesi di fondo contenuta nel libro “Il crollo di Babele” di padre Paolo Benanti, francescano del Terzo ordine Regolare consigliere di Papa Francesco, membro del High Level Advisory Board sulle intelligenze artificiali. E ribadisce l’importanza di ricorrere alle regole di quella che chiama “algoretica”. In una intervista a La Tribuna di Treviso spiega che nel primo decennio del millennio il web mirava alla costruzione di una “piazza universale, che è storicamente culminata con le Primavere arabe del 2011, che ci avevano fatto credere che gli strumenti digitali fossero adatti a unire anche le realtà geograficamente più lontane” ma “già a partire dalla seconda decade del 2000 il vento è cambiato. La crescita delle grandi piattaforme che governano il web, la necessità di monetizzare i dati degli utenti, il nuovo ‘petrolio’ che fa gola ai ‘signori della Rete’, il proliferare delle fake news, hanno generato una nuova ‘Babele’ di incomprensioni, equivoci, solitudini togliendo di fatto agli utenti quella libertà che dovrebbe sostanziare un mezzo straordinario, quale è Internet. Quanto è avvenuto nel 2021 negli Usa con le rivolte di Capitol Hill e l'assalto al Campidoglio ha svelato il potere delle piattaforme digitali capaci di mobilitare le masse e di trasformare la disinformazione online in azioni reali. Sono eventi che sollevano interrogativi etici e giuridici sulla censura e sulla regolamentazione dei contenuti in rete, rimasti in larga parte insoliti”. E aggiunge che “Musk, psicopolitica e potere digitale costituiscono il trinomio che ha scandito il crollo del sogno di Internet e l'avvento di una nuova era guidata dall'intelligenza artificiale. La diffusione dello smartphone ha fatto sì che ognuno di noi si ritrovasse in tasca un potere mai avuto prima. Questo di fatto ci ha tolto autonomia, perché da quel momento la tecnologia si interpone tra il soggetto e le cose, condizionando le nostre conoscenze e relazioni”. “social network e tecnocrazia in una espansione incontrollata stanno schiacciando l'individuo” e “si sta affermando una plutocrazia delle piattaforme che agisce sui governi condizionandone le scelte” e l'AI “si è aggiunta, complicando il quadro” con le “applicazioni dell'intelligenza generativa che sfumano la linea di demarcazione tra il potere computazionale personale e il potere centralizzato del cloud, la ‘nuvola’ che contiene informazioni e dati sensibili che ci riguardano. Questa centralizzazione ha a che fare con la democrazia e il bilanciamento dei poteri su cui si basa. Per intenderci: stiamo correndo il rischio che si formi una oligarchia del cloud che può far collassare la democrazia”. (29 gen - red)

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