“Siamo al solito refrain italiano: ogni volta che un politico viene indagato, salta fuori la denuncia degli straordinari poteri della magistratura”. Così il filosofo Massimo Cacciari, in una intervista a La Stampa, commenta la reazione della premier Giorgia Meloni all’esposto di Luigi Li Gotti sul caso Almasri: “Se lo ricorda Berlusconi? Non è cambiato nulla! È un potere politico debole che si sente costantemente sotto attacco della magistratura. Che si sta indebolendo pure lei”, è "una politica che non riesce ad affrontare le riforme e dà la colpa a un complotto della magistratura”. E della vicenda Almasri dice: "Mi sembra una faccenda un po' sporca da tutti i punti di vista. Ritengo che ci sia stato un gioco da parte di altre autorità di polizia nello scaricarci questo criminale che girava per l'Europa da parecchio tempo. Dopodiché, le autorità italiane hanno affrontato la grana com'era prevedibile. Ci sono poteri in Libia con cui, da tempo, già prima del governo Meloni, siamo in contatto. Onde evitare, come si dice con una definizione non proprio gentile, che aprano i rubinetti dei migranti. E così, abbiamo celebrato la giornata della Memoria della Shoah liberando un torturatore”. E della riforma della giustizia dice che si sta affrontando “con un dibattito parlamentare che è una vergogna, del tutto soffocato, senza che ci sia nessun tentativo di concordare una riforma necessaria. Altro che il deprecato consociativismo della Prima Repubblica, meno male che c'è stato!”. E della separazione delle carriere dei magistrati dice: “Di per sé il tema non è scandaloso, il problema piuttosto è il casino infernale di due Csm e un altro organo ancora, l'Alta corte disciplinare… E poi diciamo la verità, il tema vero di lite è la riforma del sistema elettorale col sorteggio: il governo vuole distruggere le organizzazioni interne dei magistrati”. E conclude: “Credo che il governo non rischi alcunché. E spero che l'opposizione, Schlein e gli altri, non cadano nel miraggio folle di cambiare la situazione politica per via giudiziaria”. (30 gen - red)
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