Nella tarda serata di ieri, la Corte di Cassazione ha bocciato la richiesta della difesa di Daniela Santanchè di spostare a Roma l'udienza preliminare già iniziata a Milano, accogliendo così la richiesta della Procura. Si torna così in aula il prossimo 26 marzo, con l'attuale ministra del Turismo accusata di indebita percezione della cassa integrazione erogata nel periodo Covid, per 13 dipendenti delle sue società Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria. Il nodo delle eventuali dimissioni della ministra, fortemente richieste dalle opposizioni, è un tema di
riflessione anche dentro la maggioranza. "Credo che Daniela, quando ha detto che avrebbe valutato, può darsi che valuti anche su questo. Però non l'ho sentita, mi è stato appena detto della sentenza, non ci ho ragionato, però certamente anche quello un elemento di valutazione": così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, in merito
alla decisione della Cassazione. Secondo La Russa, inoltre, "le mozioni di sfiducia rafforzano lo sfiduciato, quando sono individuali: questa è la storia del passato, quindi credo che non è quello l'elemento di valutazione". “Il presidente del Consiglio è stato chiarissimo su questo. Ha detto che occorre fare chiarezza su quello che è il merito. Se questi rinvii a giudizio influiranno su quello che è il lavoro da Ministro della Santanchè allora si faranno le opportune valutazioni. Al momento il Ministro sta lavorando bene. Pare non ci siano particolari necessità”: queste le parole della deputata Sara Kelany di Fratelli d’Italia, ad Agorà Rai Tre, mentre dal Pd il deputato Arturo Scotto attacca: “Ormai Santanché è stata scaricata persino da Ignazio La Russa. Che le chiede in maniera esplicita di valutare la possibilità di dimissioni. L’ostinazione della ministra del Turismo appare oggettivamente incredibile. Non siamo mai andati dietro i risvolti giudiziari del caso Visibilia, abbiamo sempre posto da un anno e mezzo una questione politica di fondo: può una personalità istituzionale nonché imprenditrice usare i fondi della Cassa Covid per i propri dipendenti e continuare a farli lavorare per la propria azienda? A questa domanda non hanno mai risposto né lei, né Giorgia Meloni. Le dimissioni davanti a questo uso improprio di risorse pubbliche dovevano essere istantanee. Noi continuiamo a chiederle”. (Roc)