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MIELE: CONTRO LO VOI
MACCHINA DEL FANGO

MIELE: CONTRO LO VOI <BR> MACCHINA DEL FANGO

“Di fronte ad un esposto che certamente non inventava dal nulla dubbi e domande su un evento come il rilascio di un generale accusato di gravi crimini e ricercato dalla Corte Penale internazionale, penso che un procuratore avesse il dovere di passare le carte, per usare un’immagine forse plastica e chiara a tutti, al Tribunale dei ministri: proprio come la norma prescrive”. Così Domenica Miele, presidente di sezione in Corte d’Appello e consigliera del Csm, in una intervista a Repubblica, commenta l’attacco della premier Meloni al procuratore di Roma Lo Voi sul caso Almasri. “Mi si lasci esprimere un profondo stupore per le modalità e la virulenza con cui viene attaccato un procuratore della Repubblica che ha il solo torto, se così vogliamo chiamarlo, di aver applicato una legge costituzionale”. Perché Lo Voi è sotto il fuoco di fila della maggioranza? “Questo è l’aspetto preoccupante della vicenda. Per rispondere alla compostissima e compatta critica mossa da tutta la magistratura sul disegno di separazione delle carriere ora si prende a pretesto un atto dovuto e si bastona un procuratore. Colpiscono alcuni dettagli. Ministri e parlamentari ipotizzano a carico di un servitore dello Stato ‘anomale procedure’, ‘pericolosi retroscena’, lo si accusa di aver voluto attuare una “vendetta giudiziaria” usando una legittima vicenda di voli su cui Lo Voi avrebbe presentato un ricorso. Imbastendo così una sorta di processo sommario. Un tempo, per molto meno, le cronache hanno sancito la definizione di macchina del fango”. Ed evoca la vicenda del giudice Mesiano negli anni di Berlusconi: “Una modalità che ha fatto scuola ed è stata elevata a potenza” ricordando poi “casi più o meno recenti: gli attacchi alla giudice Apostolico, al presidente di sezione Gattuso, al procuratore aggiunto Musolino”. Tutti attacchi che sostiene hanno lo scopo di “delegittimare i magistrati, sottoporre il pm al potere politico, indebolire il controllo di legalità”. (31 gen - red)

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