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Mutilazioni genitali femminili, Pellegrino (FDI): servono dati, formare medici

Roma, 7 feb - Quello delle mutilazioni genitali femminili è "un fenomeno tristemente in aumento: con l'immigrazione cresce non solo il numero delle donne che hanno subito la mutilazione presenti sul territorio italiano, ma anche i matrimoni misti in cui possono esserci donne vittime. Infine bisogna tenere in conto le adozioni di bambine provenienti in particolare da Etiopia e Somalia, paesi nei quali la mutilazione è molto praticata". Così la senatrice di Fratelli d’Italia Cinzia Pellegrino, coordinatore nazionale del Dipartimento tutela vittime del partito, che a Palazzo Madama ha promosso il convegno “Scongiurare il dolore, preservare la dignità”, incentrato sul tema delle mutilazioni genitali femminili, al quale sono intervenuti Roberto Natali, ambasciatore d’Italia in Kenya, Souad Sbai dell'Associazione donne marocchine in Italia, Benedetta Paravia, creatrice del progetto Women in Love e la sociologa Fiorenza Misale. Secondo la senatrice "bisogna fare un debunking su questo argomento: questa pratica non discende da un credo religioso, infatti né la Bibbia, né la Torah né il Corano supportano la mutilazione genitale femminile, ma si tratta di una credenza squisitamente culturale, portata avanti in campo diverso da quello religioso, insita in diversi popoli da moltissimo tempo. Una pratica difficile da sdradicare , in quanto il momento della mutilazione viene associato a quello della purificazione". "Intanto - prosegue Pellegrino - alle donne che arrivano sul nostro territorio, con molta difficoltà ma con le parole giuste, bisogna spiegare che quello che viene considerato un atto culturale di nobilitazione della donna invece corrisponde a un'effettiva violenza. Dall'altro lato, bisogna cominciare ad avere dei dati, una 'fotografia' di quanto sta accadendo, ed è per questo che noi proponiamo un'aggiunta alla già ottima legge 7 del 2006, istituendo un rapporto annuale che dia dei dati di riscontro e che ci faccia capire quali siano state le spese sostenute dallo Stato per contrastare questo fenomeno". Da ultimo, secondo la parlamentare, "è necessario rendere sempre più informati i nostri medici, in quanto potrebbero non riconoscere questo fenomeno, visto che non tutte le volte si pratica la mutilazione in maniera totale e che quando si presenta in maniera parziale è difficilmente riconoscibile. Per questo motivo proponiamo un focus specifico nei programmi delle scuole di specializzazione in ginecologia e ostetricia, in modo che il futuro medico possa capire al meglio come comprendere e quindi cercare di supportare la vittima". (PO / Roc) ////

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