"LA GLOBALIZZAZIONE E' FINITA" SECONDO RANA FOROOHAR
L’era della globalizzazione senza limiti è giunta al capolinea. Rana Foroohar – giornalista economica di grande esperienza, editorialista e vicedirettrice del «Financial Times» – nel saggio "La globalizzazione è finita. La via locale alla prosperità in un mondo post-globale" (Fazi editore) ci invita a ripensare il modello economico che ha dominato il mondo negli ultimi cinquant’anni. L’autrice conduce un’approfondita analisi della crisi della globalizzazione neoliberista, evidenziandone le contraddizioni e le conseguenze più devastanti: dalla delocalizzazione selvaggia, che ha distrutto il tessuto produttivo di intere nazioni, alla corsa sfrenata al profitto che ha aggravato le disuguaglianze, fino alla dipendenza da catene di approvvigionamento globali fragili e vulnerabili, messa in luce da eventi come la pandemia di covid-19 e la guerra in Ucraina. Ma questo libro non è soltanto una critica puntuale ai fallimenti dell’iperglobalizzazione, è soprattutto un manifesto per un nuovo modello di sviluppo più locale, equo e sostenibile. Secondo Foroohar «ciò di cui abbiamo bisogno è un paradigma più adatto alla realtà del mondo dopo Trump, dopo la Brexit, dopo l’ascesa della Cina e post-digitale». Con ricchezza di dati ed esempi concreti, Foroohar illustra come sia in corso un cambiamento epocale verso economie più localizzate e regionali, in cui produzione e consumo sono più vicini. Questa svolta non è un nostalgico ritorno al passato, ma costituisce la chiave per costruire un sistema economico più prospero e giusto, al servizio del benessere collettivo e del pianeta. L’accelerazione dei processi di deglobalizzazione – resa possibile dall’innovazione tecnologica, che permette la produzione su scala locale di una vasta gamma di beni e servizi – rappresenta un’opportunità straordinaria per creare posti di lavoro, ridurre le disuguaglianze, rafforzare le comunità locali e garantire maggiore resilienza e diversificazione produttiva in caso di shock esterni. Con uno stile chiaro e coinvolgente, La globalizzazione è finita offre una visione lucida e dettagliata del futuro dell’economia mondiale.
MOSTRO DI FIRENZE: UN LIBRO PER ENTRARE NEL "LABIRINTO"
"Per alcuni delitti la parola fine non è stata scritta, ed è per questo che è iniziato il lavoro nella scorsa legislatura: siamo partiti dalla scomparsa di Rossella Corazzin, una ragazza di 17 anni che un giorno sparisce a Tai di Cadore, nel bellunese e noi siamo andati a parlare con l'unica persona che ha riferito in merito alla sua vicenda (Angelo Izzo, tristemente noto come il 'Mostro del Circeo'. ndr) e da lì con soggetti che non erano mai stati auditi, dando vita a una relazione che è stata votata da tutti in modo favorevole in Commissione antimafia: è stato un lavoro di sinergia con la magistratura, in un'ottica di pretesa di verità e di giustizia". Così Stefania Ascari, deputata M5S, che a Montecitorio ha promosso la presentazione del libro “Il labirinto del Mostro di Firenze” (Mimesis), firmato da Daniele Piccione, Roberto Taddeo e Lorenzo Iovino, con la sua supervisione e la prefazione di Sigfrido Ranucci. Durante la conferenza stampa, un breve saluto del presidente M5S Giuseppe Conte, che ha lodato il lavoro di Ascari: "Questo è il dovere di un parlamentare, onorare le istituzioni, non scaldare una poltrona ma impegnarsi seriamente perché l'opinione pubblica possa progredire nella conoscenza: ricordiamoci che la buona politica è trasparenza, accertare i fatti e condividerli anche quando sono scomodi". "Nel libro - spiega invece Taddeo - c'è una panoramica inedita e un inquadramento storiografico molto serio relizzati da uno storico, Francesco Maria Petrini, che ha inquadrato non solo la figura di Pietro Pacciani ma ha ben delineato qual era il contesto rurale all'interno del quale è nato e cresciuto Pacciani, un elemento fondamentale di questa banda criminale. Oltre a questo, credo si sia fatto qualche passo in avanti sulle nuove scoperte in ambito scientifico sul Dna, ad opera di Lorenzo Iovino. Infine, credo sia interessante valutare quali siano stati i movimenti prima di morire di Francesco Maria Narducci", ovvero il medico morto nel 1985 in circostanze non del tutto chiarite presso il lago Trasimeno, il cui nome è stato più volte associato ai delitti delle coppie nella provincia fiorentina tra il 1974 e il 1985.
"FIGLI DI NESSUNO": LA STORIA DI PASQUALE GUADAGNO, ORFANO DI FEMMINICIDIO
In tutte le librerie "Figli di nessuno", il libro sulla storia di Pasquale Guadagno scritto insieme alla giornalista Francesca Barra, pubblicato da Rizzoli. Un memoir schietto e potente, narrato attraverso gli occhi di chi ha perso tutto, che non vuole essere solo una testimonianza personale, ma un grido di denuncia contro il silenzio che circonda la violenza di genere. «Sono figlio di nessuno, orfano di femminicidio. Ripudiato dal padre, che uscito di prigione mai è venuto a cercarmi, benché avrei dovuto essere io a odiarlo. Ancora oggi non ho risposte per spiegare ciò che è accaduto. Mi resta una certezza: non voglio avere lottato una vita intera e morire per niente». Il 25 aprile 2010, Salvatore Guadagno ha ucciso sua moglie, Carmela Cerillo, la madre dei suoi due figli. L’ha strangolata per gelosia, considerandola "cosa propria". Pasquale, all’epoca quattordicenne, si è trovato a portare un doppio fardello: quello di figlio della vittima e del carnefice. Ora, con la forza di chi ha attraversato il dolore e la resilienza, racconta la sua storia. Grazie al sostegno della sorella maggiore Annamaria, Pasquale ha trovato la forza di trasformare il suo dolore in una denuncia, affinché nessuno debba più sentirsi solo davanti all’orrore della violenza di genere. Perché queste tragedie non sono mai solo individuali, ma il riflesso di un problema culturale che riguarda tutti. La giornalista e scrittrice Francesca Barra, da sempre impegnata a dar voce a storie di ingiustizia e diritti civili, ha raccolto la testimonianza di Pasquale in "Figli di nessuno" per aprire un dialogo su cosa significhi crescere nell’ombra della violenza e invitare a una riflessione collettiva sulla responsabilità sociale, sull’omertà che spesso circonda la violenza domestica e sulla necessità di un’educazione sentimentale più consapevole e rispettosa. «Nella mia introduzione racconto quanto sia difficile narrare le storie degli altri in un momento in cui tutti esprimiamo opinioni e giudizi, mentre invece dovremmo imparare a restare in silenzio, ascoltando. Solo così possiamo capire davvero cosa significhi essere vittime, cosa comporta il dolore e cosa vuol dire soffrire. Troppo spesso, esprimendo opinioni, giudicando e puntando il dito, alimentiamo la superficialità dei commenti, frettolosi e sommari. Nello scrivere questo libro, come in tutte le storie che ho raccontato nella mia vita, non lascio spazio all’interpretazione ma ai fatti, così come accade in teatro e nelle cronache. Parto sempre da un assunto: nessuno di noi, nel raccontare, può davvero capire fino in fondo. Questa è la base dell’empatia: mettersi davanti all’altro e lasciarlo parlare».
ALBERTO SAVINIO, "IL COMICO HA VITA BREVE"
Sempre disponibile in libreria e nelle principali piattaforme digitali il saggio Il comico ha vita breve, un volume che svela un aspetto poco noto di Alberto Savinio: il suo rapporto con la comicità popolare. Pubblicato da Succedeoggi Libri e curato dallo storico del teatro Nicola Fano, il libro raccoglie una selezione di articoli e riflessioni del grande artista, offrendo un’inedita chiave di lettura per comprendere il suo mondo e la sua visione estetica. Oggi Savinio è celebrato soprattutto come narratore e pittore, ma la sua attività intellettuale ha spaziato tra musica, teatro e critica culturale. In questa raccolta emergono le sue acute osservazioni sulla comicità, tratte dalla sua esperienza di critico teatrale per la rivista Omnibus, fondata da Leo Longanesi e chiusa dal regime fascista nel 1939. Accanto alle recensioni di spettacoli di rivista e di commedia all’italiana, il volume include scritti sulla teoria del comico, in un tentativo di collegare la risata alla pittura e all’arte surrealista. Attraverso il suo sguardo colto e raffinato, Savinio racconta le performance di alcuni dei più grandi protagonisti della comicità italiana tra gli Anni Trenta e Cinquanta, da Anna Fougez a Wanda Osiris, da Erminio Macario ai fratelli De Filippo. La sua riflessione parte da un presupposto affascinante: la comicità è fragile, effimera, profondamente legata al contesto sociale e culturale in cui nasce. Un libro che invita a riscoprire il valore della comicità come forma d’arte, sottolineandone la capacità di svelare verità profonde attraverso il paradosso e l’ironia.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE, IL LIBRO DI SERGIO BELLUCCI ALLA STAMPA ROMANA
Verrà presentato giovedì 13 febbraio, alle ore 15, nella sala conferenze dell’Associazione Stampa Romana, a Roma (in Piazza della Torretta, 36), il volume “A.I. Un viaggio nel cuore della tecnologia del futuro. Dal principiante all'esperto in un baleno” di Sergio Bellucci. Alla presentazione, oltre all’autore, sono attesi, tra gli altri, il segretario dell’Associazione Stampa Romana, Stefano Ferrante, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, Guido D’Ubaldo, il presidente dell’Associazione Stampa Romana, Paolo Tripaldi, il giornalista e analista di geopolitica, con particolare attenzione alle piattaforme e all’intelligenza artificiale, Paolo Chirafisi e la giornalista e docente di letteratura inglese, Giovanna Scatena. A moderare i lavori il presidente della Consulta Uffici Stampa ASR, Antonio Ranalli. Che impatto ha l’Intelligenza Artificiale nella nostra società? È una delle domande alla base dell’ultimo libro del giornalista e saggista Sergio Bellucci, pubblicato da Edizioni Radici Future. Un viaggio nel cuore della tecnologia del futuro” è il suo ultimo libro che vuole raccontare cosa sia l’intelligenza artificiale generativa. Bellucci ha scritto una sorta di manuale di istruzioni per spiegare in cosa consista questa evoluzione. Nel libro c’è una parte che racconta come si è arrivati a questi cambiamenti e a queste novità e una seconda parte che vuole illustrare come questa tecnologia cambierà le professioni, quali saranno i lavori maggiormente interessati da queste innovazioni. Nel corso della presentazione a Stampa Romana si parlerà anche dell’impatto dell’intelligenza artificiale sulla professione giornalistica.
Stephen Hawking in una intervista alla BBC metteva in guardia sulla dicotomia tra sviluppo ad un ritmo sempre crescente dell’intelligenza artificiale e lenta evoluzione biologica degli esseri umani che alla fine verrebbero superati dalle macchine. Affermazione forte che voleva mettere in allarme l’umanità sulla mancanza di consapevolezza reale delle enormi potenzialità dei nuovi sistemi tecnologici, come la IA generativa. Macchine che arrivano ad inglobare non solo il “saper fare” della manodopera ma il saper simulare il pensare, lo scrivere, il parlare, il disegnare e il prendere “decisioni” sull’agire. L’implementazione della IA richiede investimenti significativi infrastrutture, ricerca e sviluppo, creando anche nuove opportunità di lavoro specializzato e aumento della produttività. Ma, nel contempo, la perdita stimata (studio Goldman Sachs) di non meno di trecento milioni di posti di lavoro, con un saldo negativo di almeno un trenta per cento sugli occupati attuali. L’analisi precisa e meticolosa dell’autore cerca di individuare le possibili ricadute occupazionali in un tempo prossimo al domani.
Sergio Bellucci ha studiato Fisica all'Università degli studi di Roma La Sapienza e, in seguito, si è specializzato nei temi dell'innovazione tecnologica legata alla comunicazione e al lavoro. Ha lavorato per il gruppo televisivo Fininvest negli anni ’80 e poi è stato dirigente nazionale della CGIL nella categoria dell’Informazione e Spettacolo. Ha progettato e svolto nel 1993, per il For.Com (Formazione per la Comunicazione), Consorzio Interuniversitario Transnazionale dell’Università La Sapienza, il primo corso di perfezionamento post-universitario “Tecniche e Linguaggi Multimediali”. Responsabile politico della comunicazione e dell’innovazione dagli anni ’90 al 2006 per Rifondazione Comunista. È stato Presidente del C.d.A. del quotidiano Liberazione e direttore del quotidiano Terra. Membro del Comitato Scientifico della casa editrice Ediesse e membro del Comitato d’Onore dell'Osservatorio Internazionale sull'Audiovisivo e la Multimedialità (OIAM) della Fondazione Roberto Rossellini per l'Audiovisivo, presiede la Free Hardware Foundation. Attualmente è Responsabile Accademico della sede italiana dell’Università per la Pace dell’ONU in Italia e Promotore della Facoltà dell’Intelligenza Artificiale dell’Università per la Pace dell’ONU. Giornalista e saggista, ha pubblicato tra l’altro “E-work, lavoro, rete e innovazione” (Derive e Approdi, 2005); “Lo spettro del capitale, per una critica dell’economia della conoscenza” con Marcello Cini (Codice Edizioni, 2009); “Il Lazio e la green economy” con il Prof. Indeo (Sandro Teti Editore, 2017); “L’Industria dei sensi” (Harpo Editore, 2019); “AI-Work La digitalizzazione del lavoro” (Jaca Book, 2021) e “AI - Un viaggio nel cuore della tecnologia del futuro” (Editrice Radici Future, 2024).
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