“Queste azioni sono necessarie per liberare il potenziale dell'economia europea. Dobbiamo rafforzare la nostra competitività e affrontare i fattori che ci fermano: come ha chiarito anche Mario Draghi nel suo report, non possiamo permetterci di continuare come se nulla fosse”. Valdis Dombrovskis, commissario all'Economia con delega alla semplificazione normativa in una intervista a La Stampa spiega le misure alla studio per ridurre almeno del 25% gli oneri amministrativi per le imprese, percentuale che dovrebbe arrivare al 35% per quelle di piccole e medie dimensioni da qui alla fine del mandato, nel 2029. Un target che, se raggiunto, secondo i calcoli di Palazzo Berlaymont, si tradurrebbe in un risparmio di 37,5 miliardi di euro l'anno per il sistema imprenditoriale europeo. Entro la fine dell'anno verranno adottati cinque provvedimenti omnibus. “Con questo piano vogliamo che le imprese impieghino molto meno tempo e risorse per adempiere alle norme burocratiche in modo da averne a disposizione molto di più per l'innovazione, la creazione dei posti di lavoro e la crescita dell'economia”, “gli Stati membri e le parti interessate si stanno rendendo conto che l'Ue sta affrontando seri problemi di competitività, che è in ritardo rispetto ad altre importanti economie come gli Stati Uniti e la Cina” e “sono state sollevate preoccupazioni da parte delle imprese riguardo al carico amministrativo di alcune direttive, come per esempio quella sulla due diligence, quella sulla tassonomia o il meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera. Quindi è logico ascoltare queste preoccupazioni e vedere come andare loro incontro”. Ma avverte: “Semplificazione non significa deregolamentazione. Preserviamo i nostri obiettivi politici, compresi quelli del Green Deal, così come i nostri elevati standard sociali e ambientali”. E conclude: “Deploriamo la decisione del Presidente Trump di imporre dazi sull'acciaio e sull'alluminio europei. Sono ingiustificati, quindi agiremo in modo proporzionato per proteggere gli interessi delle imprese, dei lavoratori e dei consumatori europei. Riteniamo che queste misure siano illegittime rispetto al diritto commerciale internazionale ed economicamente controproducenti”. (13 feb - red)
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